L’ORRORE È TORNATO

Il lockdown, costellato dalla drammatica escalation di lutti, è alle spalle da qualche giorno. E anche se purtroppo l’elenco delle vittime da Covid-19 continua a scandire le nostre giornate, durante il periodo in cui tutto il Paese si è fermato per cercare di porre un argine alla pandemia un’altra scia di dolore si era momentaneamente fermata: pochissime auto e scooter in giro, incidenti mortali quasi del tutto scomparsi dal bollettino dei drammi.

Poi le strade sono tornate nuovamente piene di veicoli ed ecco la tragedia dell’Infernetto a riportarci indietro nel tempo. Mattia ucciso sulle strisce pedonali da una macchina lanciata a folle velocità, come quella che alla vigilia di Natale spazzò via le vite di Gaia e Camilla sull’asfalto di corso Francia. I processi si celebrano in un’aula del Tribunale, chiarire le responsabilità (evidenti) dei giovanissimi conducenti spetta alla Giustizia. Ma qui ci preme lanciare un monito a chiunque pensi che le arterie cittadine siano assimilabili a circuiti della Formula 1: il senso di responsabilità di chi è alla guida deve prevalere su qualsiasi ambizione corsaiola. Alle istituzioni spetta un gravoso compito: impiegare più uomini nei controlli. Prevenire, piuttosto che poi punire: una vita salvata vale qualsiasi sacrificio.