Bolsena, campione di pesca sportiva ucciso da un fulmine
Gianni Rizzo folgorato in barca durante una battuta. «È caduto in acqua, aveva la camicia bruciata»
L’amico cercava di tenergli il viso fuori dall’acqua, ma il fulmine l’aveva già ucciso. È morto così Gianni Rizzo, padovano residente a Rovigo, campione di pesca sportiva, alle spalle numerosi successi in gare nazionali e internazionali. Folgorato da un fulmine a 36 anni, imbracciando fino all’ultimo la canna da pesca.
Era arrivato lunedì a Bolsena, famosa per il suo lago che tocca otto comuni del viterbese. Nel pomeriggio, subito in barca. Una delle tante trasferte di Gianni per pescare e documentare: c’era attrezzatura fotografica sul motoscafo a bordo del quale il campione di bass fishing si trovava ieri con un amico, un 39enne del frusinate. Il maltempo li ha sorpresi verso le 16.30, senza dar loro il tempo di tornare indietro. Da Bolsena, in barca, erano arrivati a Gradoli: un quarto d’ora di tuoni sullo specchio d’acqua e il fulmine che ha colpito Gianni all’improvviso, facendolo finire nel lago. «L’amico si è tuffato per soccorrerlo: li ho trovati entrambi in acqua, lui che cercava di tenergli il viso fuori» è la scena che Mauro Dottarelli, ristoratore e pescatore da sessant’anni, non riesce a dimenticare. È stato lui a soccorrere i due amici. «Non ho chiuso occhio, me li vedo continuamente davanti - racconta -. Io e mia moglie siamo stati chiamati dal proprietario di un campeggio vicino al nostro. Sentiva una voce flebile che chiamava aiuto, ma non capiva da dove provenisse».
La camicia del 36enne era bruciata dal fulmine. Li ha trascinati fino a riva. «L’altro con lui era incredulo - racconta -. Lo teneva a galla pensando di salvarlo… non ricordava niente dei pochi istanti prima. Erano in acqua da mezz’ora». Subito dopo, il tratto di spiaggia si è riempito di carabinieri, vigili del fuoco, personale del 118. Il 39enne è stato portato all’ospedale Belcolle di Viterbo in stato di choc e con un principio di ipotermia. Per Gianni Rizzo, invece, non c’era più niente da fare. La salma è stata restituita ai familiari per i funerali: nessun dubbio, al momento, che il fulmine sia stata la causa della morte. Il mondo della pesca è in lutto per lui, insieme a tutta la sua famiglia: lascia una moglie giovane. Rizzo era riuscito a trasformare la sua passione in professione: imprenditore, lavorava per l’azienda T3 Distribution, che importa attrezzatura per pescare. Numerose le specialità che aveva praticato nella vita: il powerfishing, scriveva di se stesso nel blog dell’azienda, era la sua preferita. Agonista dal 2001, aveva cominciato giovanissimo a partecipare a gare di livello nazionale e internazionale ottenendo ottimi piazzamenti.
L’amico