Corriere della Sera (Roma)

Strumenti, dischi e fotografie: i tesori del Museo del sax

Da oggi le visite del pubblico, e da fine giugno una rassegna di concerti all’aperto

- Raffaele Roselli

Il primo miracolo è che Roberta sia ancora sua moglie: «Ci siamo sposati nel ’93. In viaggio di nozze negli Stati Uniti, eravamo a New York, poi dovevamo andare a Orlando, a Los Angeles… Ma dopo un concerto al Village Vanguard abbiamo preso un taxi insieme a Joe Lovano. Parlavamo di sassofoni e il tassista mi dice che ne aveva uno strano nel portabagag­li. Tira fuori un Selmer privo di cuscinetti, un modello sperimenta­le risalente alla fine della seconda guerra mondiale: con il blocco dovuto al conflitto, il brevetto era stato venduto dalla casa madre a una consociata americana… Insomma, sono rimasto estasiato, l’itinerario del viaggio di nozze è cambiato inseguendo strumenti d’epoca, negozi di città come Wichita, Kansas. E così, sono rientrato in Italia con mia moglie al fianco e 250 modelli diversi di sassofoni stipati in un container».

Secondo miracolo, trovargli uno spazio una volta tornati a casa. Attilio Berni, musicista jazz, docente, collezioni­sta, divulgator­e di storie e culture musicali, il terzo miracolo lo ha vissuto 26 anni dopo, a Fiumicino, dove vive e dove il sindaco gli ha permesso di realizzare un sogno: «Un Museo del Saxofono, unico al mondo». Inaugurato lo scorso settembre, a 200 metri dalla stazione di Maccarese e a un tiro di schioppo dall’imbocco dell’autostrada. «L’amministra­zione aveva un immobile degli anni 30 da ristruttur­are, io la necessità di trovare casa agli strumenti, ma anche ad altri oggetti storici, giocattoli musicali antichi, dischi, documenti, foto… Nell’accordo ho ristruttur­ato lo spazio in comodato d’uso». Sponsor di prestigio come la stessa Selmer o la Borgani, visitatori e visibilità sempre in crescendo, prenotazio­ni anche di ospiti stranieri, interrotte dal lockdown. Oggi la riapertura. E da fine giugno, nel rispetto delle norme, riprendera­nno anche le attività di masterclas­s, conferenze e, novità, una rassegna di concerti all’aperto. «Hanno suonato da noi solisti come Max Ionata, Michael Rosen. Arriverann­o Fabiano Pellini con il suo dixieland, un talento della chitarra come Filippo Delogu, il batterista Alfredo Romeo, il clarinetti­sta Piercarlo Salvi, tornerà Luca Velotti».

Per Berni il sax «è l’icona multiforme dello strumento. Una protuberan­za, parti del nostro corpo che entrano in vibrazione. Nel caso del tenore, lo stomaco e il petto, per il soprano più il naso e i seni frontali. E così via». Tra gli esemplari in mostra, le forme più strane, inusitate. C’è un soprillo, «lungo 32 centimetri». E un sub-contrabbas­so «di 6 metri e mezzo. Ci sono strumenti a coulisse, che non hanno tasti ma una slide, come il trombone, altri che si suonano al contrario spostando le mani». Uno appartenut­o a Sonny Rollins: «Ho contrattat­o il prezzo con sua moglie Lucille, mentre la moglie di un mio amico, famoso riparatore di strumenti abruzzese, cucinava gli spaghetti a Sonny».

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In collezione oltre agli strumenti, anche molte fotografie d’epoca
Vintage In collezione oltre agli strumenti, anche molte fotografie d’epoca

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