LE CASE VALGONO MENO
Cosa succede nel mercato immobiliare romano? Sono usciti i dati nell’Agenzia delle entrate sull’andamento del primo trimestre 2020. Rispetto allo scorso anno, c’è una caduta del 14,8%, ma essendo compresi i mesi di gennaio e febbraio, in cui l’effetto Covid è stato del tutto modesto, si direbbe che il peggio si registrerà nel secondo trimestre. Perciò di male in peggio.
Il mercato romano in questi anni ha oscillato intorno allo zero: nei migliori casi (nel 2014 e nei primi trimestri del 2019) è arrivato a un più 10%, ma per la gran parte degli ultimi dieci anni ha stazionato sotto la linea dello zero. Oggi è pericolosamente vicino al baratro del 2013. Speriamo nell’autunno, ma la situazione oggi è questa.
Non si tratta solo di analizzare l’andamento delle compra-vendite (a questo si riferiscono i dati), ma anche di capire come l’epidemia del coronavirus stia cambiando (quasi) completamente il mercato. Ad esempio, le «pezzature» più piccole (80-95 mq.), che prima dominavano la domanda, oggi sono quelle più penalizzate: nel primo trimestre crollano del 20,9% e i box auto, oggetto privilegiato del piccolo risparmio, fanno persino peggio: - 23,0%. È comprensibile: chi ha pensato in questi mesi all’automobile o ha avuto problemi di parcheggio?
Le grandi novità del mercato sono la preminenza dei balconi, che prima erano graditi, ma non facevano la differenza e oggi la fanno.
Le case senza balcone sono state deprezzate il primo giorno del lockdown. La seconda novità è il revamp, la rinascita, delle grandi metrature, che prima erano quasi una palla al piede del mercato e adesso ritrovano un nuovo appeal; la terza novità è la riscoperta del giardino. Il cambio di prospettiva di passare molto tempo a casa ne ha rilanciato il valore. Sembra incredibile, ma l’epidemia sta cambiando completamente la scala di preferenze della domanda.
Il più grande fenomeno immobiliare di questi ultimi anni non è però ancora del tutto decifrabile nell’impatto del post-covid. Abbiamo uno stock di camere, appartamenti, case che prima era utilizzato per gli affitti brevi per la sharing economy. Adesso questo settore è completamente in crisi, anzi è in crisi l’idea stessa di condividere beni e servizi con sconosciuti. Cosa succederà nelle prossime settimane? Saranno abitazioni che torneranno sul mercato degli affitti per le famiglie oppure alimenteranno l’offerta per la vendita? I segnali non sono ancora chiari.
Quel che è certo è che questo mercato è nel pieno di una grande ristrutturazione. Dobbiamo essere molto interessati a qual che succede, non solo perché tradizionalmente l’immobiliare è tanta parte dell’economia della città, ma perché dai suoi esiti si capirà cosa sarà la città dei prossimi anni, a cominciare dal centro storico. Che il Covid potesse cambiare, oltre che le persone, anche i muri non ce l’aspettavamo.