«Riapriamo tutto ma bisogna mantenere la guardia alta»
Il direttore sanitario dello Spallanzani, Vaia: «I nuovi focolai non preoccupano, i dati di Roma e del Lazio sono confortanti»
Il futuro «Bisogna ridisegnare la rete infettivologica e avere ospedali Covid e no-Covid»
A due settimane di distanza dalle riaperture di negozi e ristoranti, e quindi da un accenno di ritorno alla normalità Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, traccia un bilancio a tutto campo della situazione.
Proprio mentre Roma entra nel vivo della fase 3 si trova a dover arginare due importanti focolai come quello dell’Irccs San Raffaele e del palazzo occupato alla Garbatella. Come è stato possibile?
«Come sia stato possibile non lo so. Si potrà capire con certezza solo dopo la conclusione dell’indagine epidemiologia. Quello che so è che a differenza del Nord Italia dove le strutture sanitarie hanno fatto da incubatori del virus, a Roma non era ancora successo. Ad esempio allo
Spallanzani, dove i contagi tra operatori sanitari sono a zero, sono state messe in atto disposizioni rigidissime: percorsi separati, stanze singole anche per casi sospetti con tamponi negativi, dispositivi di sicurezza e aree comuni, come bar e mensa, super controllate».
Ma la gente non entrava quindi?
«Solo gli operatori sanitari, per tutti gli altri c’era il divieto assoluto di accesso. In questi mesi lo Spallanzani è stato oggetto di desiderio di tanti, giornalisti, registi, fotografi. Ho detto no a chiunque».
Ma quindi è possibile evitare che ospedali, cliniche e strutture sanitarie in genere facciano da «cassa di risonanza» al Covid?
«Certo. Basterebbe applicare rigidamente le regole. Oggi però, a valle dell’epidemia, occorrere ridisegnare la rete infettivologica nel Lazio, con ospedali e personale mono dedicato e distinto tra Covid e non Covid».
*dati di ieri
Sta andando avanti il progetto con Fuksas?
«Sì, “L’incontaminato è luce” sta procedendo. Unirà arte e medicina innovativa. L’impossibilità di contaminarsi e contaminare, che è tipica del nostro centro, sarà evidenziata dalla luce. Una luce che vince sulla malattia».