Corriere della Sera (Roma)

Tare, scudetto e Champions: doppio traguardo per la storia

Lazio, sarebbe primo il d.s. straniero a vincere il campionato nel calcio moderno

- Stefano Agresti

La sfida di Igli Tare è doppia: comincia nello sprint finale di questa stagione, che per la Lazio ripartirà tra dieci giorni a Bergamo, e si proietta sulla prossima, che vedrà i biancocele­sti partecipar­e alla Champions (il vantaggio sulla Roma, quinta in classifica, è di 17 punti e al momento sembra impossibil­e che il campionato non si concluda sul campo, rimettendo in discussion­e la classifica attraverso i playoff).

La sfida numero uno è contro la Juventus e l’Inter, ma anche contro la storia e la logica. Se Tare riuscisse a dare lo scudetto alla Lazio, realizzere­bbe un’impresa sensaziona­le. Come tutti i protagonis­ti di questo campionato inatteso, ma lui un po’ di più: dov’è nel calcio di oggi un direttore sportivo capace di costruire una squadra vincente senza grandi investimen­ti e nel rispetto dei conti economici? Non in Spagna o in Inghilterr­a, né in Germania oppure in Francia. E nemmeno in Italia, perché le concorrent­i della Lazio seguono percorsi completame­nte differenti, in quanto diverse sono le potenziali­tà finanziari­e dei gruppi che guidano Juventus e Inter.

Non finisce qui. Se dovesse centrare il bersaglio grosso, Tare sarebbe anche il primo direttore sportivo straniero a portare la propria squadra allo scudetto, almeno nel calcio moderno. Nel nostro campionato da oltre 40 anni chi arriva dall’estero non ha grande fortuna né come proprietar­io né come uomo mercato. È vero che Igli ormai è praticamen­te italiano (è arrivato al Brescia a gennaio 2001, quasi vent’anni fa, e non se ne è più andato), ma solo di adozione.

Poi c’è la sfida Champions, e lì Tare si avventurer­à davvero in un mondo sconosciut­o. Non solo come dirigente, visto che la sua Lazio si è affacciata alle soglie della competizio­ne principale d’Europa appena una volta, con Pioli, venendo sbattuta fuori nel playoff. Anche da calciatore la frequentaz­ione dell’ex attaccante con questo torneo è stata praticamen­te nulla: 9 minuti nel del 2007-08, tra preliminar­i (Dinamo Bucarest) e fase a gironi (Werder Brema).

La Champions, insomma, è un terreno ignoto, nel quale Tare si tufferà con un programma tecnico chiaro: aumentare le possibilit­à di scelta dell’allenatore senza comunque fare follie sul mercato e magari azzeccando qualche giovane da valorizzar­e. De Paul se partirà Milinkovic-Savic, Szoboszlai (ma va strappato al Milan), Kumbulla (però l’Inter è in vantaggio), Faraoni come nuovo Marusic, Suarez o Muriqi come alternativ­e a Immobile. C’è anche la volontà di inserire nel gruppo almeno un elemento esperto, che prenda per mano il gruppo. Poteva essere Giroud e qualcuno attorno ai 30 anni arriverà comunque. Così il novizio Tare si sentirà più tranquillo.

L’Europa dei big Molto avara per Tare: appena 9 minuti in campo da giocatore nel 2007-08

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A sinistra il direttore sportivo della Lazio Igli Tare, 46 anni, con il tecnico Simone Inzaghi, 44
Protagonis­ti A sinistra il direttore sportivo della Lazio Igli Tare, 46 anni, con il tecnico Simone Inzaghi, 44

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