Tare, scudetto e Champions: doppio traguardo per la storia
Lazio, sarebbe primo il d.s. straniero a vincere il campionato nel calcio moderno
La sfida di Igli Tare è doppia: comincia nello sprint finale di questa stagione, che per la Lazio ripartirà tra dieci giorni a Bergamo, e si proietta sulla prossima, che vedrà i biancocelesti partecipare alla Champions (il vantaggio sulla Roma, quinta in classifica, è di 17 punti e al momento sembra impossibile che il campionato non si concluda sul campo, rimettendo in discussione la classifica attraverso i playoff).
La sfida numero uno è contro la Juventus e l’Inter, ma anche contro la storia e la logica. Se Tare riuscisse a dare lo scudetto alla Lazio, realizzerebbe un’impresa sensazionale. Come tutti i protagonisti di questo campionato inatteso, ma lui un po’ di più: dov’è nel calcio di oggi un direttore sportivo capace di costruire una squadra vincente senza grandi investimenti e nel rispetto dei conti economici? Non in Spagna o in Inghilterra, né in Germania oppure in Francia. E nemmeno in Italia, perché le concorrenti della Lazio seguono percorsi completamente differenti, in quanto diverse sono le potenzialità finanziarie dei gruppi che guidano Juventus e Inter.
Non finisce qui. Se dovesse centrare il bersaglio grosso, Tare sarebbe anche il primo direttore sportivo straniero a portare la propria squadra allo scudetto, almeno nel calcio moderno. Nel nostro campionato da oltre 40 anni chi arriva dall’estero non ha grande fortuna né come proprietario né come uomo mercato. È vero che Igli ormai è praticamente italiano (è arrivato al Brescia a gennaio 2001, quasi vent’anni fa, e non se ne è più andato), ma solo di adozione.
Poi c’è la sfida Champions, e lì Tare si avventurerà davvero in un mondo sconosciuto. Non solo come dirigente, visto che la sua Lazio si è affacciata alle soglie della competizione principale d’Europa appena una volta, con Pioli, venendo sbattuta fuori nel playoff. Anche da calciatore la frequentazione dell’ex attaccante con questo torneo è stata praticamente nulla: 9 minuti nel del 2007-08, tra preliminari (Dinamo Bucarest) e fase a gironi (Werder Brema).
La Champions, insomma, è un terreno ignoto, nel quale Tare si tufferà con un programma tecnico chiaro: aumentare le possibilità di scelta dell’allenatore senza comunque fare follie sul mercato e magari azzeccando qualche giovane da valorizzare. De Paul se partirà Milinkovic-Savic, Szoboszlai (ma va strappato al Milan), Kumbulla (però l’Inter è in vantaggio), Faraoni come nuovo Marusic, Suarez o Muriqi come alternative a Immobile. C’è anche la volontà di inserire nel gruppo almeno un elemento esperto, che prenda per mano il gruppo. Poteva essere Giroud e qualcuno attorno ai 30 anni arriverà comunque. Così il novizio Tare si sentirà più tranquillo.
L’Europa dei big Molto avara per Tare: appena 9 minuti in campo da giocatore nel 2007-08