Gli chef stellati tornano nei ristoranti
Ha riaperto «La Campana», il più antico locale d’Italia nato oltre 500 anni fa, ma in Centro i clienti sono pochi. Nei grandi hotel menù gourmet e tante offerte per i romani, in attesa dei turisti stranieri
● Si torna a mangiare all’aperto anche dallo stellato Imàgo, al settimo piano dell’Hotel Hassler (piazza della Trinità dei Monti 6). Al The St Regis Rome (via Vittorio Emanuele Orlando 3) si prenota un tavolo al Lumen Garden che espone opere d’arte della Galleria Continua
Menù stellati, terrazze e giardini da sogno, cucina romana e tante idee per attirare l’attenzione di chi vive all’ombra del Colosseo in attesa del turismo internazionale.
La ripartenza di Roma passa anche attraverso le cucine dei suoi ristoranti. Riapre i battenti «La Campana», l’insegna più antica di Roma e d’Europa. Oltre 500 anni di storia che neanche la Seconda guerra mondiale avevano interrotto, fino all’arrivo del Coronavirus. «A nostra memoria non ricordiamo di aver mai chiuso per così tanto tempo», racconta la famiglia Trancassini, proprietaria dal tardo ‘800 del vecchio ristorante da cui prende nome lo stretto Vicolo della Campana, a pochi passi da Montecitorio. Lì lavora Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia che insieme alla moglie Francesca Lorusso e la sorella Marina gestiscono il locale specializzato, neanche a dirlo, nella cucina tradizionale romana. «Riapriamo tra mille difficoltà - confessa Paolo Trancassini -. Abbiamo ridotto gli orari del personale per tenere tutti e interrompere la cassa integrazione». Dodici i dipendenti che si alterneranno nel servizio, in una sala dimezzata nei coperti. «Sale e olio saranno in confezioni monouso e sanificheremo i menù sempre davanti al cliente», spiega da dietro la mascherina, Marina. Clienti che tuttavia scarseggiano in un centro storico «fermo, immobile, morto», come lo giudica il parlamentare. A pesare è la forte riduzione dei lavoratori, a casa in smart working, e la quasi completa assenza di turisti. Oggi a tornare sono gli habitué, come i coniugi Todini. «Non se ne poteva più di mangiare a casa», scherza la cliente prima di sedersi al tavolo. L’osteria che ha servito Caravaggio e Goethe, Alberto Sordi e Federico Fellini, solo per ricordare alcuni tra gli ospiti illustri, si trova davanti ad un futuro incerto. «Puntiamo a pagare le spese e rimanere in piedi - ammette Marina che tuttavia non perde la speranza -. La Campana rappresenta la nostra famiglia, non ci rinunceremo».
Da un classico della cucina locale, agli indirizzi dell’accoglienza a cinque stelle. Due giorni fa al settimo piano delarancio