«Senza scritti, siamo svantaggiati»
«Senza scritti, siamo svantaggiati. Abbiamo dovuto studiare tutte le materie». Pur consapevoli dell’eccezionalità del momento e soddisfatti per avere comunque la possibilità di fare l’esame a scuola, molti studenti si sono lamentati per la difficoltà di affrontare una maturità più complicata degli altri anni.
Martedì sera hanno cantato «Notte prima degli esami» di Antonello Venditti, una grande classico in questa maturità di novità e stranezze. Al liceo Augusto, al liceo Cavour, i ragazzi si sono trovati assieme - nei video che circolano non troppo distanziati, in effetti - per un rito al quale non volevano rinunciare. Qualcuno ha fatto le ore piccole. E adesso eccoli, fuori dal portone di scuola, col volto coperto dalla mascherina e le mani sudate, che aspettano di essere chiamati uno per volta.
«Un po’ ci sentiamo svantaggiati, senza gli scritti abbiamo dovuto studiare tutte le materie assieme», dice veloce (e un po’ trema) Giorgia Ruoti, appena arrivata con la mamma all’Agrario Sereni. «Possiamo avere un solo accompagnatore ma avrei comunque portato solo lei, l’unica che può contenere tutta l’ansia che ho addosso». Dall’istituto Da Vinci di via Cavour esce invece Sofia Caterina Totaro, 19 anni, che vuole cambiare strada e lavorare nel mondo dell’arte: «Sinceramente? Preferivo continuare con la scuola a distanza e sostenere anche l’orale al pc: sono timida, mi trovo meglio con la scrittura, forse per questo mio carattere un po’ introverso mi è piaciuta molto la didattica a distanza».
Avrebbe voluto un po’ più di informazioni sul come sarebbe andato questo nuovo orale Ginevra Pellacci Puglielli, 18 anni, interrogata nei gazebo montati nei campi sportivi del liceo Kennedy, sotto un acquazzone che un po’ deconcentra. «Mi ha suscitato un senso di straniamento vedere i professori con la visiera, era trasparente ma è diverso: le espressioni non si coglievano, non capivo dallo sguardo se stavo dicendo le cose giuste, non captavo i loro suggerimenti».
Perplessità anche al Caetani di viale Mazzini. «Me l’ero immaginato diversamente. Ma ora è passato e voglio solo riposarmi». Virginia Reali ce l’ha fatta. Ha appena terminato l’esame di maturità. È contenta, certo. Ma sente già un po’ di nostalgia: «Avrei voluto vivere l’emozione dell’ultima campanella, dell’ultimo giorno di scuola. E invece no. È andata così». Per prepararsi al meglio ha sfruttato la tecnologia: «Fino a ieri sono andato avanti grazie a videochiamate di studio con gli amici». E adesso? «Spero di vivere un’estate serena e, soprattutto, di entrare alla facoltà di Medicina».
Anche Francesco Orlando ha le idee chiare. «Mi iscriverò a Scienze Politiche». Intanto però festeggia abbracciando Mattia, il suo migliore amico. «È uno strappo alla regola, ma è come se fossimo fratelli. Abbiamo trascorso cinque anni in simbiosi. Siamo stati distanti solo questi tre mesi». Il colloquio di Francesco è durato 45 minuti: «Per me è volato. Devo ringraziare i miei professori, sono stati molto carini. E anche il commissario esterno non mi ha messo in difficoltà».