Multiservizi protesta lanciando spazzatura
Una scritta in inglese:«Welcome to Rome, the city of rubbish», rivolta ai turisti internazionali ma che tutti possono capire: «Benvenuti a Roma, la città della spazzatura». Dietro allo striscione, i lavoratori della Multiservizi che hanno protestato ieri mattina in Campidoglio per i 270 posti di lavoro a rischio dopo il ridimensionamento della raccolta «porta a porta» negli esercizi commerciali. La società si oppone al prolungamento dell’appalto chiedendo l’assunzione in Ama per i dipendenti in esubero.
Lungo la scalinata che porta alla piazza michelangiolesca sono stati fatti rotolare finti sacchi di rifiuti sotto gli occhi increduli di turisti e cittadini. Una delegazione di sindacalisti è stata poi ricevuta dal direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, che ha cercato di mediare per trovare un dialogo con i rappresentanti dei lavoratori annunciando che Ama convocherà un tavolo sulle assunzioni nella giornata di
Con i sacchi Il sit in ieri in Comune
martedì prossimo.
Per i sindacati la priorità resta quella dell’assorbimento del personale, ad oggi tagliato fuori dalla scelta di Ama e delle Ati, non accettando la proroga dell’appalto proposta dall’Assemblea capitolina. Dopo l’incontro tra il direttore generale Giampaoletti e i sindacati, il presidio si è sciolto.
Meno di un mese fa, i lavoratori della partecipata al 51% da Ama erano scesi in piazza sempre per protestare per il mancato assorbimento dei lavoratori che erano stati destinati all’appalto della raccolta dei rifiuti in bar e ristoranti, invocando la presenza della sindaca sotto il Palazzo Senatorio per chiedere risposte.
Un’altra manifestazione sempre da parte della Multiservizi era andata in scena l’11 maggio scorso quando i dipendenti della società avevano organizzato un corteo in Centro per sensibilizzare i cittadini sull’imminente pericolo licenziamenti e la mancata chiarezza da parte del Campidoglio sulla volontà di assumere all’interno di Ama i lavoratori in esubero.
Altre proteste, infine, nell’ottobre dello scorso anno quando i vertici della Multiservizi avevano annunciato in modo informale l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per 3500 dipendenti. In quel caso la sindaca aveva minacciato una denuncia per «procurato allarme» ed espresso la volontà di rimuovere chi, ai vertici della società, aveva avuto la responsabilità di questa decisione «unilaterale».