Casamonica, la festa di compleanno con i piatti d’oro
Era tutto pronto per mercoledì prossimo, ma l’arresto ha bloccato i preparativi per il boss Guerrino
Gioielli Gli acquisti di oggetti preziosi, aperitivi e cene in hotel e locali vip
«La famiglia di Pelé (soprannome di Guerrino Casamonica, ndr.) è la più ricca e posso dire che tutti i componenti di quella famiglia sono anche molto intelligenti perché non ostentano ricchezza. Pelé lavora moltissimo nel campo dell’usura ma anche della droga. La sostanza stupefacente lui neanche la tocca...» Così Simona Zakova, la pentita dei Casamonica, faceva mettere a verbale nel maggio del 2018. Le sue parole hanno fornito ai magistrati Calò, De Santis e Musarò i presupposti per una nuova confisca nei confronti della famiglia sinti: ventimila euro di oggetti di lusso, fra i quali candelabri, brocche, posate d’argento e piatti d’oro che sono stati sigillati ieri dalla divisione anticrimine della Questura. Le suppellettili avrebbero dovuto servire all’allestimento della festa per i cinquant’anni di GuerrinoPelé: compleanno sfumato dopo gli arresti dell’altro giorno.
Nel clan le feste assumono importanza: veicolano messaggi di prosperità e autorevolezza all’esterno. Si capisce allora perché mai l’esibizione del lusso da parte dei Casamonica sia tanto frequente. Beninteso gioielli, orologi e oggetti pregiati sono anche più facili da nascondere dei contanti, come spiega la Zakova nel corso degli interrogatori: «É importante che loro comunque investono questi soldi in una cosa che è piccola, cioè da nascondere, bene da mostrare quando ci sono le feste tra loro perché ci vanno solo alcuni di loro e poi, in più non perde valore».
I membri più autorevoli del clan frequentano terrazze con vista e apprezzano il sushi, dice la Zakova: «Però da un’altra parte loro vanno a ristoranti di russo, Zuma (sushi restaurant, ndr.) e non lo so». E ancora: «Certo, mia suocera (una Casamonica, ndr.) per andare a prendersi un tè va a un albergo a cinque stelle, come si chiama quell’albergo lì... all’Eden vanno. Lei si prende un tè all’Eden. Se lei prende un tè va all’Eden a prenderselo». La Zakova attribuisce ai componenti del clan una buona dose di «prepotenza» e «cattiveria» e spiega ai magistrati: «Spesso i Casamonica prelevano merce dagli esercizi commerciali senza pagare facendo affidamento sul fatto che, per timore, nessuno li denuncerà determinando conseguentemente una costante condizione di assoggettamento e di omertà... sfruttando l’apparteneneza al clan Casamonica come deterrente per neutralizzare le richieste di risarcimento o comunque le possibili pretese creditorie».