Corriere della Sera (Roma)

Il tocco del «Mago», la Lazio ribalta la Viola

Il bosniaco cerca un altro gol al Milan, dopo aver segnato «in maschera» ai rossoneri otto mesi fa Fonseca dice che la squadra non è Edin-dipendente ma non rinuncia mai al suo leader dell’attacco

- Luca Valdiserri

Dall’Uomo Mascherato a Superman? Edin Dzeko, oggi a San Siro di fronte al Milan (fischio di inizio alle 17.15 e diretta tv su Dazn e Dazn 1 sul canale 209 di Sky), proverà a cambiare il supereroe di riferiment­o. Basta tornare indietro di un girone esatto, al 27 ottobre 2019, quando la Roma affrontò i rossoneri all’Olimpico. Dzeko giocò con una maschera protettiva per la doppia frattura allo zigomo subita tre settimane prima contro il Cagliari. Risultato? Un gol di testa, mettendo a repentagli­o i connotati, per portare avanti i gialloross­i (finirà poi 2-1, con gol di Theo Hernandez e Zaniolo). Da bambino, a Sarajevo, Edin era tifoso rossonero, ma questo pomeriggio lo dimentiche­rà. Con il Milan ha un buon feeling, ancor più quando lo affronta a San Siro. Dei 4 gol ai rossoneri in 8 incontri ne ha segnati 3 in trasferta. Due nella vittoria per 4-1 del 7 maggio 2017 e uno nell’altro successo (2-0) del 1 ottobre. Lo stadio pieno di storia lo spinge sempre a dare il massimo. Con la doppietta alla Sampdoria, che in campionato gli mancava dal 23 febbraio 2019 (FrosinoneR­oma 2-3), Dzeko ha raggiunto «Piedone» Manfredini al quinto posto dei marcatori all time in maglia gialloross­a (104 gol) ed è salito a quota 14 in campionato e 20 in stagione (ci sono anche 3 gol in Europa League e 3 con la nazionale della Bosnia).

E pensare che in estate tra il centravant­i e la Roma, sembrava tutto finito. Conte lo voleva all’Inter e il bosniaco aveva accettato il corteggiam­ento: in nerazzurro avrebbe giocato la Champions e rincorso un trofeo che negli anni gialloross­i gli è sempre sfuggito. Sliding doors. Chissà cosa sarebbe successo se i nerazzurri avessero alzato un po’ l’offerta alla Roma. Dzeko, invece, ha poi rinnovato il suo legame fino al 2022, quando avrà 36 anni. A caro prezzo (7 milioni netti all’anno tra fisso e bonus) ma la qualità si paga. I due gol che hanno messo ko la Sampdoria per tenere viva la speranza di arrivare al quarto posto sono stati belli e pesanti. Un sinistro e un destro al volo, colpi di classe.

Lo stipendio di Dzeko è il simbolo della situazione attuale del club. Molto al di sopra

La statistica Ha segnato otto gol nelle ultime otto partite dal 19 gennaio alla doppietta con la Samp

del limite massimo che il presidente Pallotta vuole imporre — 3 milioni netti — ma Fonseca sa che dai piedi del bosniaco passano le poche speranze di raggiunger­e il quarto posto, visto che l’Atalanta è sei punti avanti, quasi sette perché in caso di arrivo a pari punti conteranno gli scontri diretti (2-0 e 2-1 per i bergamasch­i). Andare in Champions, come ha ripetuto il Ceo Guido Fienga, è fondamenta­le: la Roma chiuderà il prossimo bilancio, al 30 giugno, con un rosso a tre cifre. Senza Champions, a meno che Pallotta non ceda la società, si dovranno fare scelte impopolari e sacrifici importanti. L’idea è tenersi stretti Zaniolo (prossimo al rientro) e Pellegrini ma nessuno può prevedere cosa succederà nel prossimo mercato, ancora tutto da impostare. Il prestito di Schick al Lipsia sarà allungato fino ad agosto - così potrà giocare la Champions - ma non c’è ancora l’accordo sul riscatto definitivo.

Discorsi che, ora, alla Roma non vogliono sentire. Conta solo il presente e la rottura con il d.s. Petrachi è da leggere in questo senso: serve una totale unità di intenti per giocare le ultime undici partite, dove tutti devono dare tutto. Le cinque sostituzio­ni contro la Samp, per esempio, hanno permesso a Fonseca di cambiare faccia alla squadra. Sono un’arma importante nella rincorsa all’Atalanta. Ma se le sostituzio­ni fossero dieci, il tecnico al massimo ne userebbe nove. Dzeko non si tocca: 2.213 minuti in campionato, (quasi) sempre in campo fino al 90’. Il portoghese, ieri, ha usato frasi di buon senso quando si deve gestire un gruppo: «Dzeko è importante ma tutti lo sono. La squadra non dipende da un giocatore in particolar­e». Però è il primo a sapere che anche all’ultimo minuto il bosniaco può risolvere i problemi. Dzeko ha segnato 8 gol nelle ultime 8 partite, dal 19 gennaio (Genoa-Roma 1-3) alla doppietta di mercoledì scorso. Sognando i milioni della Champions.

 ?? Agresti, Calabresi, Piacentini e Valdiserri ?? Provvidenz­iale Lo spagnolo Luis Alberto, 27 anni, esulta dopo il gol della vittoria biancocele­ste.A sinistra Lukaku (25), a destra Correa (25)
La Lazio vendica Bergamo e torna al successo con la Fiorentina: 2-1 all’Olimpico, rimonta firmata da Immobile (su rigore) e da Luis Alberto. Oggi la Roma sfida il Milan a San Siro (17.15).
Agresti, Calabresi, Piacentini e Valdiserri Provvidenz­iale Lo spagnolo Luis Alberto, 27 anni, esulta dopo il gol della vittoria biancocele­ste.A sinistra Lukaku (25), a destra Correa (25) La Lazio vendica Bergamo e torna al successo con la Fiorentina: 2-1 all’Olimpico, rimonta firmata da Immobile (su rigore) e da Luis Alberto. Oggi la Roma sfida il Milan a San Siro (17.15).
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Edin Dzeko, 34 anni, ha giocato RomaMilan con una maschera per una doppia frattura allo zigomo e ha segnato con un colpo di testa
Bomber Edin Dzeko, 34 anni, ha giocato RomaMilan con una maschera per una doppia frattura allo zigomo e ha segnato con un colpo di testa

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