Corriere della Sera (Roma)

«Tifavo Luna Rossa nel pancione di mamma»

Romano Battisti dal canottaggi­o alla vela: «Passava tutte le notti a vedere le regate»

- Francesco Guerrieri

Dal canottaggi­o alla vela, con la passione di sempre. Nuova pagina nella carriera di Romano Battisti, l’atleta 34 anni, di Priverno in provincia di Latina: dopo 10 medaglie ha deciso di cambiare disciplina ed è entrato nel team di Luna Rossa che a marzo 2021 parteciper­à all’America’s Cup.

Come mai ha deciso di lasciare il canottaggi­o?

«Dopo essermi separato da due miei compagni di barca non ho trovato più il feeling giusto con nessuno. Mi ero stancato di cercare un altro compagno e non riuscivo più a dedicare il tempo che volevo alla mia famiglia».

Perché proprio la vela? «Quando mia mamma era incinta passava le notti a vedere le regate di Luna Rossa, a otto anni mi sono appassiona­to pure io a queste barche giganti. Io, mia madre e mio padre, che mi ha trasmesso la passione per lo sport, le vedevamo in tv alle 3 di notte».

Nel canottaggi­o ha vinto 4 ori, 3 argenti e 3 bronzi. A quale medaglia è più legato?

«Quella d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012, conquistat­o con Alessio Sartori grazie alle Fiamme Gialle. La Nazionale ci aveva fatto fuori, così dal nostro club è partito un progetto che, con il lavoro di tutti, ci ha portato fino alle Olimpiadi e al podio. È stata una bella rivincita».

A marzo 2021 debutterà nell’America’s Cup. È già iniziato il conto alla rovescia?

«Sì, da quando abbiamo messo la barca in acqua iniziamo a sentire la tensione giusta per migliorarc­i e crescere. Siamo tanti, dobbiamo dare tutti il massimo. Ho ancora un conto aperto con Joseph Sullivan: ora è entrato nel team di New Zealand, ma alle Olimpiadi di Londra mi aveva battuto nel canottaggi­o».

Come è la nuova Luna Rossa?

«Le barche ormai non navigano più, volano. Sono arrivato nel momento storico in cui è cambiato il modo di guidarle e sto imparando come si… vola».

Ha girato il mondo, ma quanto è legato alla sua terra d’origine?

«Sono nato a Priverno ma da 10 anni vivo a Sabaudia con mia moglie. Sono molto legato al territorio, ogni volta che torno nella zona di Latina ricevo un premio: mi fa piacere sentire il calore della gente. I miei amici mi prendono in giro perché in ogni posto in cui vado trovo qualcuno del mio paese, perfino a Sydney è successo».

Cosa le manca delle sue zone quando è lontano?

«L’emozione che dà il Circeo la mattina presto quando ci sono ancora poche persone per strada».

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