Lazio, 300 milioni per il rilancio
Riprogrammata la spesa dei fondi Ue. Il vicepresidente Leodori: in attesa del Mes, la ripartenza inizia così La Regione stanzia risorse da impegnare entro dicembre per imprese, turismo, sanità e scuola
Trecento milioni per il rilancio post-Covid del Lazio. Soldi da impegnare entro il 2020 per imprese, turismo, sanità e scuola dopo la riformulazione dei fondi Ue 20142021. «In attesa del Mes,il Lazio riparte», dice Leodori.
Le risorse
Agevolazioni fiscali per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione
Rottamazione
Oltre 20 milioni di incentivi per l’acquisto di mezzi di trasporto non inquinanti
Quasi 300 milioni di euro subito per avviare la fase 3, quella della ripartenza postCovid. Soldi da impegnare entro dicembre dopo la riformulazione delle risorse della programmazione Ue 2014-2020 da parte dei tecnici di LazioLab, per intervenire sulla fiscalità delle imprese, per ammodernare la sanità, per aiutare agricoltura e per dare una mano al turismo in crisi nera. Un finanziamento è diretto alla riapertura delle scuole, altri fondi sono destinati alle necessarie infrastrutture digitali. C’è anche uno stanziamento dedicato al sostegno delle fragilità, soprattutto a quelle di cui il coronavirus ha peggiorato la condizione.
In totale si tratta di un piano con nove misure per un ammontare di 290 milioni di euro, soldi mai spesi da impegnare antro la fine dell’anno, quindi a tempo di record. Per il Lazio - che, conti alla mano, tra fase 1 e fase 2 ha già investito oltre un miliardo di euro per dare una risposta immediata all’emergenza coronavirus - si tratta di un test di efficacia ed efficienza in vista dell’anno prossimo, quando la Regione avrà la responsabilità di spendere bene e velocemente i fondi del bazooka europeo che arriveranno tra Next generation e Recovery fund. Chissà se pure i soldi del Mes, tema sul quale il governo giallorosso non riesce a trovare compattezza.
Di fatto, però, per il Lazio il piano da 300 milioni è una prova generale sulla capacità di spesa. E infatti la Regione ha iniziato giovedì scorso una «campagna d’ascolto» che la porterà a toccare tutte le province fino al 23 luglio, in modo da recepire indicazioni e suggerimenti dagli attori della vita economica regionale. Solo dopo si procederà alla messa in pratica dei progetti.
Nel dettaglio sono 48 i milioni diretti ad agevolazioni fiscali per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione, un «credito fiscale» pari al 30% dell’investimento realizzato dall’impresa nei settori del commercio e dell’artigianato, in cyber-security, per il turismo, per la costruzione di piattaforme di vendita digitale. A questi si aggiungono 51 milioni per contenere la pressione fiscale sulle imprese «nella forma consentita dalla legislazione statale e comunitaria», si legge nel piano, più 10 milioni dedicati alla «promozione e all’attrattività del territorio regionale» in modo da ripristinare il prima possibile i flussi turistici normali.
Altri 23 milioni sono destinati alla scuola e alle energie
rinnovabili: tra questi, 18 milioni servono «all’allacciamento degli edifici alla banda larga e ultra-larga, a voucher per fornire pc a famiglie e studenti disagiati, a progetti per lo sviluppo della didattica digitale e a programmi di scuola/lavoro»; ma soprattutto «a garantire la ripresa dell’anno scolastico in sicurezza».
Oltre 20 milioni servono a nuovi «incentivi alla rottamazione/acquisto di mezzi di trasporto non inquinanti», mentre 5 milioni sono stanziati per progetti di «microfinanza e microcredito: 3 per un accordo con l’Ente nazionale del microcredito, 2 per l’equitycrowfunding».
Per il settore agricolo sono in arrivo 35 milioni che servono a far scorrere le graduatorie dei bandi 2014-2020 relativi al Programma di sviluppo rurale, ma anche a varare opere o impianti per la bonifica di interesse regionale, nonché per la manutenzione dei corsi d’acqua. Quindici milioni sono destinati alle fragilità: 10 per le residenze sanitarie assistenziali, 5 per il sostegno agli anziani e ai disabili. Mentre per la Sanità, in attesa di capire se si potrà contare sui tre miliardi del Mes, c’è un finanziamento di 82 milioni per progetti di ammodernamento digitale (35 milioni) e di sostegno dei presidi territoriali (47) che con il Covid si sono rivelati essenziali.