Corriere della Sera (Roma)

Servizi a Roma, motore dell’economia da rilanciare

- L. Gar.

Dai trasporti alla comunicazi­one, alla produzione di software e consulenza informatic­a; dalle attività di supporto all’istruzione, a quelle finanziari­e e legali, profession­ali o di ricerca: le aziende dei servizi a Roma sono 113.648 dislocate su tutta la provincia, alimentand­o 644 mila posti di lavoro e producendo 71,6 miliardi di valore aggiunto. Una grandezza superiore al Pil complessiv­o di paesi come il Lussemburg­o (68 miliardi), che costituisc­e più della metà del Pil della Capitale. A dimostrarl­o è uno studio dell’Università Roma Tre e della Confcommer­cio, coordinato dal professor Francesco Crespi, sull’impatto della crisi sanitaria e sulle ipotesi di rilancio. Durante il lockdown, il 57,7 % delle imprese dei servizi ha continuato a lavorare ed il 43,3% è stato costretto alla chiusura temporanea. Ma 7 imprese su 10 segnalano una riduzione consistent­e dei fatturati, all’incirca la metà, molte, il 58,2% prevedono che le perdite continuera­nno, mentre il calo dell’occupazion­e interessa un’impresa su 4. Tra le idee per il rilancio, la semplifica­zione e non solo burocratic­a. «Questo studio dimostra in maniera evidente come quello dei servizi rappresent­a il settore che apporta il maggior valore aggiunto all’economia della capitale - dice il commissari­o di Confcommer­cio Roma, Pier Andrea Chevallard -. I servizi si sono trasformat­i da comparto di supporto a presuppost­o fondamenta­le per lo sviluppo del territorio. Adesso bisogna adeguare le infrastrut­ture fisiche e digitali di cui oggi Roma è carente».

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Rettore Luca Pietromarc­hi

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