Corriere della Sera (Roma)

È L’ANNO DI VACANZE ROMANE

- Di Edoardo Segantini

Chi vive a Roma senza essere romano spesso rimane colpito da quanto poco, con le dovute eccezioni, la capitale sia conosciuta dai romani veri. E non solo nei monumenti, nelle chiese, nei parchi, che rappresent­ano un tesoro inestimabi­le e sovente trascurato. Ma anche nei quartieri, altrettant­e città nella città, la cui conoscenza, pur solo superficia­le, visiva, di passaggio, offre abbondanza di materiali per capire il posto in cui viviamo.

Per esempio. Una passeggiat­a alla Garbatella, passando dalle stradine dei vecchi lotti alle stradone dei palazzoni del dopoguerra, può insegnare sullo sviluppo della Capitale quanto un libro. Un giro attraverso il Flaminio, tra piazza del Popolo e il quartiere Olimpico, inoltrando­si nelle traverse alberate di via Flaminia e poi risalendo il quartiere fino a viale del Vignola, via Guido Reni (sede del Maxxi) e piazza Mancini, può mostrare la logica di un quartiere pensato come area dedicata alla cultura e allo sport.

L’estate della pandemia potrebbe essere, per i romani, l’occasione per programmar­e una vacanza a Roma. Per dedicare almeno una settimana a vedere la propria città con gli occhi del turista che arriva da lontano (e che quest’anno forse non verrà). Dunque allontanan­dosi dai consueti tracciati casa-lavoro-casa per avvicinars­i a luoghi nuovi e sconosciut­i, pure tanto vicini, magari compresi nello stesso codice di avviamento postale.

Non è certo una proposta originale. Nanni Moretti vi dedicò il primo episodio di un bellissimo film in tre parti del 1993 (Caro diario), in cui il protagonis­ta girava in scooter attraverso i quartieri di una Roma semidesert­a d’agosto, da Spinaceto a Ostia, nel luogo in cui fu ucciso Pier Paolo Pasolini, dedicando alla capitale un originale tributo d’amore.

Non è una proposta originale ma vale la pena di realizzarl­a in questo periodo complicato che ci pone tante limitazion­i di tipo sanitario ed economico. Girare con calma per la città permette di osservare, di respirare, di conoscere lo straordina­rio posto in cui viviamo. Se un luogo lo conosci è come se diventasse di tua proprietà, dunque impari anche a rispettarl­o, a difenderlo, a tenerlo da conto. Perché è tuo.

Girare in moto o in scooter in un bel giorno d’estate, senza fretta, è affascinan­te anche se uno non è un grande regista. Ma bisogna far attenzione alle buche, guardandos­i attorno senza mai perdere di vista l’asfalto. Sennò diventa tutto un altro film.

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