Banca d’Italia: «Il Lazio tiene»
Reggono agroalimentare, farmaceutici e settore pubblico
La recessione economica dovuta al Covid c’è. Ma nel Lazio il crollo del Pil è inferiore rispetto alla media nazionale: «Tengono pubblica amministrazione, agroalimentare e farmaceutico», come racconta il report di Bankitalia.
La recessione c’è, però è inferiore rispetto al quadro nazionale. Gli effetti della pandemia nel Lazio si fanno sentire soprattutto nel «comparto degli alloggi, nella ristorazione, nel commercio e nei trasporti», settori che «assorbono una quota consistente dell’occupazione regionale, pari a circa un quinto». È quanto emerge dal rapporto della Banca d’Italia sull’economia del Lazio che analizza l’impatto dell’emergenza Covid sul territorio confrontando i dati dello scorso anno. Perdurando lo stato di debolezza economica della regione con un livello di ricchezza quasi immobile rispetto al passato, il crollo del Pil - dicono da Palazzo Koch - sarà inferiore alla media nazionale, anche se risulta difficile fare previsioni per il secondo semestre del 2020 considerate le incognite sul settore turismo, specie internazionale, che è storicamente molto consistente nella regione e, in particolare, a Roma.
Ma se, pur andando giù, l’economia regionale tiene botta a confronto con quella del Paese, lo si deve al fatto che può contare su alcuni punti di solidità poco toccati dalla pandemia, quali la forte presenza del settore pubblico e le imprese alimentari e farmaceutiche. In questo senso, nonostante «le pesanti ripercussioni sull’attività economica per le misure di distanziamento e di sospensione dei settori non essenziali prese per contrastare la diffusione dell’epidemia», dice il rapporto, durante il lockdown il Lazio è stato meno fermo rispetto a molte altre regioni. E quindi ha retto meglio di altri all’urto della crisi, anche grazie alla super attività del comparto agroalimentare. «C’è stata una filiera che ha saputo fare rete e sfidare la paura: il settore agroalimentare è strategico – le parole della ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ieri in visita Centro agroalimentare di Roma – e lo Stato se ne deve fare carico anche perché dobbiamo essere pronti per eventuali nuove emergenze».
Detto ciò, la situazione resta grave: poco più della metà delle aziende prevede una diminuzione del fatturato superiore al 15% (in Italia la quota è quasi due terzi), mentre solo il 30% delle imprese del Lazio ritiene che il giro d’affari rimarrà stabile o aumenterà. Industrie e imprese dei servizi prevedono poi un significativo calo della spesa per investimenti. Con ricadute drammatiche sul mercato del lavoro: tra marzo e aprile, le assunzioni nel privato sono crollate, mentre rispetto al 2019 sono triplicate le ore di cassa integrazione e, seppure con un’incidenza inferiore rispetto alla media nazionale, è aumentato il numero delle famiglie beneficiarie di reddito o pensione di cittadinanza. Nonostante ciò la ricchezza delle famiglie è pari a 9,3 volte il reddito disponibile, dato superiore alla media italiana. Segnale di grande solidità nonostante il calo nell’immobiliare e il flusso di nuovi mutui.
L’analisi Poco più della metà delle aziende prevede una diminuzione del fatturato superiore al 15%. Industrie e imprese dei servizi temono un calo degli investimenti