Corriere della Sera (Roma)

Le proposte di un papà

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Sono il padre, amareggiat­o, di un cervello in fuga e vorrei raccontare una storia e poi una proposta: - 100 al liceo, 110 e lode alla Sapienza in Ingegneria biomedica, nessuna possibilit­à di dottorato di ricerca, quasi umiliante, gli stessi professori dicono: è meglio che te ne vai; va a Londra e noi genitori facciamo sacrifici; arriva un invito dalla Sapienza dopo due anni per celebrarla come «alunna dell’anno». Noi genitori felici paghiamo aereo , vestiti e varie e lei dice: «Non serve a niente, sono solo celebrazio­ni fine a se stesse». E cosi è stato. Finisce il dottorato a Londra con Phd (severo esame non sconnon, tato) e invito ad Harvard. E qui in Italia si parla senza offrire a questi cervelli un posto sicuro dove il loro cervello, in maniera rilassata possa offrire un futuro qui. Che tristezza. Ecco la proposta: una struttura solo per questi ragazzi che si preoccupi dei loro bisogni vitali con contratti per i prossimi 10 anni che prevedano serenità: una casa con affitto pagato dallo Stato o fondazione, uno stipendio dignitoso e sicuro direttamen­te da una «branch» del ministero della Ricerca. Questi ragazzi si sono già addestrati all’estero e il loro Phd è il biglietto di ingresso. E ancora la possibilit­à di fare figli, perche i cervelli hanno anche un cuore e la voglia di una famiglia. Questo potrebbe garantire il futuro delle nostre università dove solo i «neuroni liberi»potranno veramente volare perché altre preoccupaz­ioni sono risolte. Ecco le mie proposte: ma sarebbe utile comunque proseguire a discutere su questi temi e su questo forse migliorare le proposte.

Valentino Brusaferri

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