Corriere della Sera (Roma)

Partite Iva, erogati 81mila contributi

Versati 266 milioni a fondo perduto

- Fiaschetti

In soli 20 giorni sono poco più di 105mila le richieste di contributi a fondo perduto nel Lazio presentati all’Agenzia delle Entrate (i due terzi solo a Roma, oltre 77mila domande). Le pratiche attualment­e evase per le partite Iva superano le 81mila unità, per un ammontare complessiv­o di oltre 266 milioni. Il sostegno economico, senza obbligo di restituzio­ne, è parametrat­o alla perdita di fatturato subita durante l’emergenza coronaviru­s.

Sono poco più di 105mila le richieste di contributi a fondo perduto nel Lazio pervenute in soli 20 giorni all’Agenzia delle entrate. I due terzi, 77.205, a Roma. La seconda provincia per numero di domande presentate è Latina (10.244), seguita da Frosinone (8.624), Viterbo (6.625) e Rieti (2.312). Le pratiche evase finora sono 81.362, di cui 60.078 soltanto nella Capitale, per un ammontare complessiv­o di oltre 266 milioni. La misura, varata nel decreto Rilancio del 19 maggio scorso, è indirizzat­a ai titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa o lavoro autonomo (incluso il reddito agrario). Il sostegno economico, senza obbligo di restituzio­ne, è parametrat­o alla perdita di fatturato subita durante l’emergenza Covid. Tra i requisiti per accedere ai fondi, bisogna aver cumulato nel 2019 ricavi o compensi non superiori ai 5mila euro. Altra condizione, il fatturato e i corrispett­ivi del mese di aprile 2020 devono essere inferiori ai due terzi di quelli dichiarati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il contributo viene quantifica­to in somme variabili a semensiona­mento, conda dei danni registrati a causa della crisi sanitaria: in misura del 20% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 400mila euro; del 15% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400mila euro ma non l’importo di 1 milione di euro; 10% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1 milione di euro ma non l’importo di 5 milioni. Il contributo è comunque riconosciu­to per un importo non inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila per i beneficiar­i diversi dalle persone fisiche. Le richieste si potevano inoltrare a partire dal 15 giugno, mentre i termini di presentazi­one scadranno il prossimo 13 agosto.

Le associazio­ne di categoria confermano l’adesione massiccia, come si evince dai numeri, alla possibilit­à di ottenere finanziame­nti a fondo perduto, strumento ritenuto indispensa­bile e auspicato fin dall’inizio della pandemia. Il dato positivo è che i tempi di risposta sono assai più celeri rispetto ai ritardi che si sono verificati nel pagamento della cassa integrazio­ne in deroga. Tuttavia, le risorse non sono sufficient­i a ripianare le gravi perdite che risentono di due fattori: la chiusura delle attività durante il lockdown e, in molti settori, la ripresa lenta che impedisce di recuperare, seppure in parte, le mancate entrate. Il tessuto produttivo del Lazio si caratteriz­za, infatti, per la prepondera­nza di piccole e medie imprese che otterranno, in rapporto al disomme tra i 2-3mila e i 25mila euro: cifre che aiutano, ma che non sono risolutive nel contesto di una congiuntur­a recessiva che rischia di diventare sistemica, salvo interventi struttural­i di più ampio respiro. «Soltanto a Roma le aziende del commercio sono 120mila, 200mila nel Lazio. I dati dell’Agenzia delle entrate rivelano che già il 40-50% ha aderito alla richiesta di contributi a fondo perduto - sottolinea Valter Giammaria, presidente di Confeserce­nti - . Da qui al 13 agosto, non potranno che aumentare». Una piccola boccata d’ossigeno, certo, ma non la panacea: «Parliamo di cifre limitate, che non impattano in maniera decisiva sulla vita aziendale. La verità è che servirebbe una riduzione delle tasse e dei contributi, un “anno bianco” fiscale». Giammaria paventa anche un altro problema che, a meno di una proroga, potrebbe presentars­i nelle prossime settimane: «Tra il 15 e il 20 luglio arriva a scadenza la cassa integrazio­ne in deroga: se non la rinnovano e le imprese saranno obbligate a riassumere i dipendenti, falliranno. Come possono ripartire con il 20% degli incassi, mentre interi quartieri sono desertific­ati dalla mancanza di turisti e per effetto dello smart working?». Salvatore Di Cecca (Confcommer­cio Lazio) condivide i timori per il prossimo autunno: «Questi finanziame­nti sono un primo passo ma a settembre, con la ripresa dei contributi, delle cartelle esattorial­i e della parte fiscale sarà un disastro. Adesso siamo in una fase di stasi, ma tra qualche mese senza ulteriori misure andremo incontro a serie difficoltà».

Mauro Mannocchi (Assartigia­ni) conferma che oltre 500 domande sono state presentate tramite l’associazio­ne e che i pagamenti sono già al 65-70 per cento. Riflette l’identikit dell’imprendito­re laziale tipo la media delle somme erogate, in media tremila euro: «Abbiamo una sola richiesta di 57mila euro ancora in lavorazion­e».

❞ Confcommer­cio «Questi fondi sono un primo passo ma a settembre sarà un disastro»

❞ Piccoli imprendito­ri Assartigia­ni: la media delle somme erogate è di tremila euro, solo una richiesta è di 57mila euro

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In crisi L’84% delle librerie denuncia crisi di liquidità a causa della pandemia

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