Corriere della Sera (Roma)

Fiumicino, Sos dei lavoratori senza reddito

I dipendenti e i precari

- Di V. Costantini

C’è Roberto che scaricava i bagagli per Alitalia e non prende lo stipendio da marzo. Annalisa, due figli, faceva le pulizie nei terminal, ma siccome è una stagionale per lei niente aiuti statali. La prima protesta dopo il lockdown all’aeroporto di Fiumicino è un grido d’aiuto che arriva dalle migliaia di operatori, tecnici, cuoche e commesse senza lavoro ormai da quattro mesi. Da quando il più grande scalo italiano ha ridotto i voli del 90% e l’occupazion­e è precipitat­a ai minimi termini. Una crisi che si preannunci­a lunga, denunciata ieri in una partecipat­a

dello scalo che ieri hanno preso parte al sit-in per denunciare che da 4 mesi sono senza fonti di reddito manifestaz­ione. Oltre 500 i lavoratori in piazza, davanti al T3, solo una parte dei tanti cassainteg­rati, scesi in campo per chiedere misure di sostegno. Pettorine colorate, fischietti, striscioni che urlano «basta precariato» e chiedono solo «occupazion­e e salario». Nel sit-in, promosso dalle sigle Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTraspor­ti e Ugl Trasporto Aereo, tanti i dipendenti di Alitalia come le migliaia di precari aeroportua­li: prima del virus ultima ruota del carro e senza diritti, oggi senza nemmeno il lavoro. «A Fiumicino la crisi non può essere pagata dai dipendenti: quasi tutti sono in cassa integrazio­ne e gli ammortizza­tori promessi dal governo non arrivano», hanno ribadito i sindacati negli interventi dai microfoni. Le cifre post-virus in uno dei più importanti poli lavorativi italiani sono impression­anti: più di 15mila dipendenti a casa, oltre all’ondata dei precari a cui non spetta neanche il sussidio. Numeri in realtà persino più alti, visto che la cassa integrazio­ne, anche solo per poche ore, va a coinvolger­e in pratica quasi tutti i 40mila aeroportua­li: oltre duemila le aziende operative al Leonardo Da Vinci, dalle handler ai duty free, dalle officine alla ristorazio­ne. «Parliamo di lavoratori con metà stipendio da marzo o senza Cig - affermano Vivian Flamigni dalla Cgil e Stefania Fabbri dalla Cisl -. E non si vedono spiragli per questa crisi, con una ripresa stimata solo tra un anno. Il governo accenda un focus sul trasporto aereo, ascolti questo appello di tanti lavoratori, per sostenere e rilanciare un comparto cruciale per un Paese e un territorio».

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