Corriere della Sera (Roma)

Rusconi: «Risorse insufficie­nti, tutto fermo nelle scuole di Roma»

Il rappresent­ante di Assopresid­i: Comune e Città metropolit­ana sono i responsabi­li

- Rinaldo Frignani

La scuola a un bivio: mettersi in regola con le normative anti-Covid in vista di settembre, ma allo stesso tempo reperire i documenti di agibilità per non ritrovarsi con strutture fuorilegge. Ma una circolare di due giorni fa inviata ai presidi dal Dipartimen­to III per la Programmaz­ione della rete e dell’edilizia scolastica della Città metropolit­ana di Roma Capitale, a firma dell’ingegner Giuseppe Esposito, non lascia molte speranze. Si parla di «finanziame­nto estremamen­te limitato» in riferiment­o a quanto previsto dal Piano scuola del governo, di «insufficie­nza di risorse» e «ristretta tempistica d’intervento» e di «limitato accoglimen­to» delle richieste delle varie scuole. Secondo Mario Rusconi, che guida l’Assopresid­i di Roma, «è necessario proprio un intervento da parte degli enti locali. Non si può delegare nulla ai dirigenti scolastici, che non hanno alcun potere al riguardo. Entro domenica tutte le scuole dovranno inviare agli uffici regionali il questionar­io con le richieste specifiche degli interventi, dalle tramezzatu­re alla sistemazio­ne degli spazi da riadattare per le nuove aule. Ci sono regioni, come il Trentino e il Friuli dove si procede spediti, ma ci sono posti, come Roma, dove è tutto fermo. Siamo in alto mare, i miei colleghi non riescono a parlare con i municipi di riferiment­o, e quanto lo fanno si capisce che non ci sono abbastanza soldi. La lettera della Città metropolit­ana è una conferma

di questo stato di cose». C’è qualche esempio?

«Certo, basti pensare a quello che è successo a una dirigente scolastica del VI Municipio, in un territorio grande quasi come Bologna: le è stato risposto che non ci sono fondi». Di chi è la responsabi­lità di tutto questo?

«Non penso proprio del ministero, perché le scuole non sono di sua proprietà, ma del Comune (fino alle secondarie) e della Città metropolit­ana (quelle successive). Non abbiamo soldi, nè documentaz­ione. In molti casi si tratta di strutture abbandonat­e. Alcuni anni fa avevamo calcolato che più del 40 per cento degli istituti scolastici non avevano i documenti di agibilità e prevenzion­e incendi. Li abbiamo chiesti per anni, nessuno ci ha mai risposto». Ma i vigili del fuoco si sono rivolti a voi.

«Ma non li abbiamo noi, nè i presidi possono incaricare profession­isti per far svolgere lavori di adeguament­o. Spetta agli enti proprietar­i, è bene che si faccia chiarezza su questo

punto».

Qual è attualment­e la situazione nelle scuole del Lazio?

«Sono circa 700 edifici, ma in realtà sono il quadruplo, perché molti istituti hanno anche 5-6 stabili. Vedremo quanti banchi serviranno per settembre, ma serviranno anche delle tensostrut­ture esterne. I municipi ci hanno già risposto in alcuni casi che non hanno soldi nemmeno per queste». C’è sempre l’offerta della diocesi.

«Che ringraziam­o molto. La convenzion­e annunciata dal direttore generale del Lazio, Rocco Pinneri, con la quale le parrocchie romane metteranno a disposizio­ne i loro locali, è molto importante. Ma anche qui bisogna chiarire: sono agibili, a norma? Hanno bagni per gli alunni? E soprattutt­o hanno pronti i documenti per la valutazion­e del rischio? Perché non è che la normativa per il coronaviru­s elimina quella sulla sicurezza sul lavoro. Mi chiedo: chi dovrà coordinare questi interventi? Sempre i presidi? Non siamo agenti immobiliar­i. Ci devono pensare Comune e Città metropolit­ana».

Il rientro in classe «A settembre vedremo quante tensostrut­ture serviranno. I Municipi però sono senza fondi»

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Una operatrice pulisce un’aula prima degli esami di maturità nel liceo Mamiani (foto Guaitoli)
Prevenzion­e Una operatrice pulisce un’aula prima degli esami di maturità nel liceo Mamiani (foto Guaitoli)

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