Corriere della Sera (Roma)

Ama, 2 anni di silenzio

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Mi inserisco nello scambio di lettere tra l’attore Solenghi e l’Au di Ama per raccontare la mia piccola esperienza nel rapporto con l’azienda. Intanto non posso non notare che occorre essere persona nota per avere il privilegio di una risposta. Io che sono un semplice cittadino da quasi 2 anni (ottobre 2018) invio invano solleciti e foto su un cassonetto da sostituire. Non posso che condivider­e le affermazio­ni del dottor. Zaghis sullo scarso senso civico di molti romani ma l’Au non può usare questo pretesto per nascondere i disservizi. Per esempio, a nulla vale la buona volontà di separare i rifiuti in casa se poi non si trovano i cassonetti, perché rotti e ritirati, non sono stati mai sostituiti nonostante le ripetute e documentat­e sollecitaz­ioni. E ancora, come si può pensare di lasciare quei pochi rimasti senza coperchio, così che sotto le nostre finestre abbiamo discariche a cielo aperto e una sola folata di vento disperde i rifiuti sulla via? O anche il vento è da considerar­si un agente incivile? E pensare che vicino via Stringher, a Vigna Clara, dove abito, c’è una scuola per i più piccoli con cumuli di rifiuti davanti al cancello, ambasciate straniere e anche una clinica. Ora che ci viene chiesto di rispettare le più elementari norme igieniche, anche le «istituzion­i» dovrebbero avere il senso civico di mantenere le strade sgombre dai rifiuti. Se finora non si è stati in condizione di cambiare l’organizzaz­ione della raccolta, almeno si forniscano agli utenti quei pochi strumenti per non far aumentare il degrado già esistente.

Alberto Cibocchi

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