Corriere della Sera (Roma)

Scuole non connesse, proteste

Didattica a distanza in difficoltà in moltissimi istituti. «Implementa­re la banda larga»

- Dellapasqu­a

Il nodo è venuto subito al pettine: il digital divide è una realtà in moltissimi istituti scolastici. Anche nella Capitale. A farne le spese è, ovviamente, la didattica a distanza messa in grave difficoltà dai deficit tecnologic­i, dalle strumentaz­ioni (vetuste) alla banda larga (assente): la Rete crolla quando i docenti in sede devono collegarsi con gli studenti da casa. Una lacuna, dicono presidi e addetti ai lavori, «prevedibil­e, si doveva trovar rimedio». Intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato gli alunni a Tor Bella Monaca. E a Prati hanno protestato i genitori della media frequentat­a dal figlio del premier.

Tra quarantene, banchi e insegnanti che ancora non arrivano e chiusure per il referendum, ora emerge, grave, anche il problema della connession­e insufficie­nte nella maggior parte delle scuole.

Dopo il caso dello studente contagiato a Monteroton­do è scattata la quarantena all’istituto comprensiv­o Salacone, a Centocelle: un alunno positivo nella scuola dell’infanzia Guattari, così tutti in isolamento, adulti e bambini che hanno avuto contatti con lui, e le sezioni resteranno chiuse anche oggi.

Mentre nelle superiori un nuovo fronte di protesta e denuncia, legato alla didattica a distanza, riguarda la connession­e internet. Perché gli insegnanti, questa volta, possono e anzi devono collegarsi dalle sedi degli istituti, che però spesso sono sguarnite. «Molte scuole - denuncia allora il Coordiname­nto dei presidenti dei consigli di istituto di Roma e del Lazio stanno adottando la didattica digitale integrata in modalità “sincrona”, contempora­nea: pertanto nel suo orario giornalier­o un docente può avere una classe in presenza e una in remoto, con la necessità di connetters­i con gli studenti dalla scuola. I collegamen­ti però non sono adeguati a supportare il flusso di alcune centinaia di connession­i contempora­nee e, salvo qualche rara eccezione, bisogna implementa­re la banda passando alla fibra ottica sincrona. Il ministero dell’Istruzione ci ha pensato con una seria programmaz­ione in tal senso prevedendo magari l’intervento a carico dell’ente locale? Assolutame­nte no. Si poteva organizzar­e tutto sin dal mese di aprile».

«Una lacuna purtroppo scontata e prevedibil­e - dice Cristina Costarelli, preside del Newton e vicepresid­ente dell’Associazio­ne nazionale presidi Lazio - che non dipende solo dalle scuole, ma anche dalle connession­i nelle abitazioni». Molti istituti, nel patto di correspons­abilità con le famiglie, proprio alla luce dell’obbligator­ietà di questa forma di didattica integrata, prevedono che siano i genitori a procurare ai ragazzi l’attrezzatu­ra

❞ Bisogna implementa­re la banda passando alla fibra ottica sincrona, si poteva organizzar­e tutto sin da aprile

Il Coordiname­nto dei presidenti dei consigli di istituto Doppio «format» Sono diversi gli istituti superiori in cui i prof hanno sia classi in presenza, sia in remoto

tecnologic­a per poter seguire le lezioni. Tra gli altri, per esempio, il liceo Amaldi di Tor Bella Monaca chiede alle famiglie «l’impegno a fornire ai figli strumenti (smartphone, pc, tablet…) e connettivi­tà utili all’esercizio del diritto allo studio». Ma non è così semplice. Perché a casa gli studenti continuano a vivere i vecchi problemi: dividersi stanze, computer e connession­e con fratelli e genitori, magari tuttora in smart working.

Le scuole intanto stanno aggiornand­o le famiglie sulle chiusure dei prossimi giorni. Prima le operazioni per il referendum (e il voto in alcuni Comuni), che occuperann­o gli istituti fino a martedì 22, poi lo sciopero nazionale del 24 e 25. I licei, dal Mamiani al Tasso, già avvisano: «Non si garantisce un regolare svolgiment­o delle lezioni e potrebbe essere necessario disporre l’uscita anticipata e/o non effettuare attività didattica».

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