Stadio della Roma, il Pd contro il progetto Raggi: io vado avanti
Anche il Pd si sfila e lo stadio della Roma va sempre più in bilico. Anzi, il progetto ridisegnato da Raggi nel 2017 rischia di non andare nemmeno al voto su Convenzione e Variante urbanistica, ultimo passaggio dell’iter prima della posa del primo mattone. Il problema è che Raggi non ha i numeri in Aula per il sì definitivo dopo che la maggioranza M5S si è spaccata sul suo annuncio a sorpresa di voler correre per il bis in Campidoglio bypassando lo step delle «comunarie», le primarie grilline. Al vertice pacificatore di Ostia, sabato scorso, si è presentata solo la metà dei consiglieri, tutti gli altri hanno manifestato il proprio dissenso sia con i fatti (Iorio e Terranova dimettendosi da presidenti delle commissioni Urbanistica e Bilancio), sia con le parole. Ieri una delibera (per istituire il Forum 2030-2050 a Roma) è stata motivo di scontro tra il presidente dell’Aula, Marcello De Vito, che l’ha ritirata, e la maggioranza M5S, che l’ha modificata. Ed Enrico Stefàno - che nei giorni scorsi ha postato un programma politico chiedendo alla sindaca di cambiar passo - ha smentito di voler entrare in gara con Raggi per diventare il candidato sindaco M5S, ma parlando di «sindaca che non prende decisioni nette», di una città «che muore» e di «dibattito scadente» nella maggioranza. Non certo un endorsement. Dopo il patto giallorosso al governo, in Comune si ipotizzava un asse M5S-Pd su Tor di Valle con i dem, che nel 2017 votarono no, a compensare il mancato sostegno dei grillini dissidenti. Da ieri, però, Raggi pare ancora più sola: il Pd ha chiarito di essere contrario al progetto firmato dalla sindaca grillina. «Studierò le carte e darò la posizione del Pd — dice il capogruppo dem Giulio Pelonzi a Gli Inascoltabili, su Nsl Radio e Tv -. Ma partiamo da una posizione di forte contrarietà». In serata la sindaca replica: «Loro non vogliono lo stadio, io vado avanti».
Dissenso