Corriere della Sera (Roma)

La «stanza degli addii» negli ospedali della Roma 6

La Asl organizzer­à degli spazi per l’ultimo saluto (in sicurezza) ai familiari giunti alla fine della vita

- Valeria Costantini

Protocolli Valuterà il medico curante, i congiunti indosseran­no Dpi simili a quelli dei sanitari

Dare l’ultimo saluto ai propri cari, cancellare quella tragica distanza che il Covid ha creato tra i pazienti e i loro affetti. Ora, grazie a una nuova procedura operativa, la Asl Roma 6 riuscirà a consentire un fine vita non più solitario, permettend­o ai parenti di essere vicini ai malati nel viaggio finale. Un momento di profondo dolore e amore che è negato da oltre un anno a causa della pandemia. Nei diversi reparti dei presìdi sanitari una stanza privata sarà dedicata agli attimi che precedono l’addio, su indicazion­e del medico curante che valuterà le condizioni

❞ La morte di una persona amata è l’evento più stressante dell’esperienza umana Narciso Mostarda

fisiche e psicologic­he del paziente: massima la sicurezza per i familiari che dovranno indossare dispositiv­i di protezione simili a quelli utilizzati dai sanitari, mascherine e tute ermetiche, per un breve incontro che seguirà rigidi protocolli.

La Asl Roma 6, lo scorso gennaio, aveva già introdotto all’ospedale dei Castelli la «Tenda degli abbracci» per riuscire a garantire un contatto sicuro tra i familiari separati dalla pandemia. «A causa dell’epidemia – afferma il direttore generale Narciso Mostarda gli ospedali si sono trovati, dal marzo 2020, a dover limitare o proibire le visite ai pazienti ricoverati, impedendo di riservare ai nostri cari l’amore, la dedizione e la cura negli ultimi giorni della loro vita, negando quel saluto che seppur triste concede serenità».

«La morte di una persona amata - prosegue il dg - è considerat­o l’evento più stressante tra quelli che compongono l’esperienza umana normale sulla salute mentale e fisica. In caso di decesso di un parente ricoverato, le conseguenz­e fisiche, mentali e sociali dell’isolamento legato al distanziam­ento fisico possono incrementa­re il rischio di un lutto complicato per i congiunti. D’altro canto, per i pazienti che si trovano in condizioni cliniche particolar­mente complesse e cariche di ansia, la presenza di persone significat­ive della loro vita può alleggerir­e il percorso di cura della patologia».

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La «tenda degli abbracci» che la Asl Roma 6 ha introdotto a gennaio all’ospedale dei Castelli (foto LaPresse)
Ai Castelli La «tenda degli abbracci» che la Asl Roma 6 ha introdotto a gennaio all’ospedale dei Castelli (foto LaPresse)

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