IN PENSIONE LA CAPITALE È L’IDEALE
Lo studio di «Audrey Villages» su costi (in dollari) e potenzialità
In questo caotico incipit di campagna elettorale, tra candidate/i che appaiono, scompaiono, litigano, si irridono tra loro per poi immaginare patti destinati a durare poche ore, mancano non solo i temi concreti ma anche le visioni strategiche. Ecco un esempio concreto e tangibile che potrebbe spalancare (nelle mani di amministratori capaci e lungimiranti) nuovi orizzonti economici, sociali e culturali.
Audrey Villages, l’imprenditore edile internazionale specializzato in centri di pensionamento di lusso in Gran Bretagna, ha realizzato una graduatoria tra le 37 grandi città del mondo presenti nella lista dell’ Oecd (Organisation for Economic Co-operation and Development) per scoprire quali siano le metropoli migliori dove andare in pensione e vivere nella terza-quarta età. La grande scoperta è che Roma è la quarta della lista dopo Madrid, Vienna e Atene ma ben prima di Amsterdam, Oslo, Bruxelles, Lisbona e Parigi. La definizione precisa è di città «più preparate» ad accogliere i pensionamenti.
La ricerca analizza diversi parametri. Si parte dal numero di cittadini over 65 presenti nella città. A Roma ne vivono 192.566 (contro i 339.583 di Madrid, un numero oggettivamente impressionante): chi dovesse scegliere Roma per andare in pensione ha una buona probabilità di incontrare molti suoi «simili» e di socializzare anche in termini anagrafici.
La durata media del pensionamento a Roma è calcolata in 21,61 anni. Il 2,55% del reddito delle famiglie è messo in risparmi. Il prezzo di una proprietà edilizia per metro quadro è di 8.191 dollari (qui è evidente la valutazione in zone di pregio). Un pasto medio di tre portate per due persone costa circa 71 dollari e un abbonamento mensile medio per un Fitness Club (per i parametri anglosassoni, un bene primario nell’età più avanzata) sempre per due persone è di 148,86 dollari. Messi insieme tutti questi dati, per un pensionato Roma rappresenta una media eccellente, economicamente vantaggiosa, ricca di potenzialità e di sorprese. Poi ci sono i parametri nazionali, che confermano il quarto posto dell’Italia: una attesa di vita media di 84 anni e ben quattro dottori ogni 1.000 abitanti.
Il materiale è di straordinario interesse per la nostra città e, di conseguenza, per chiunque dovrà amministrarla in futuro. Emergono diversi possibili temi. Il primo: l’Europa, come pure l’Italia, sta rapidamente invecchiando e l’intero comparto degli over 65 rappresenta una fetta di mercato in continua crescita per diversi settori: culturale, terziario in generale, edilizio, ovviamente turistico.
Secondo tema: se un protagonista della nuova offerta residenziale (case di lusso assistite ma autonome) per gli anziani in Gran Bretagna decide di analizzare la situazione in molte città, significa che ci sono imprenditori internazionali pronti a investire in realtà edilizie da adattare ai bisogni di ospiti «diversamente giovani». Terzo tema: gli over 65 cosmopoliti sono alla ricerca di posti piacevoli, ma anche sicuri, dove godersi l’ultima stagione della propria esistenza.
Roma è al quarto posto in una graduatoria di tutto rispetto. I dati sono già sul tavolo, alla portata di chiunque voglia analizzarli. Il messaggio è chiaro: la nostra città (che ha da sempre una vocazione per l’accoglienza e per l’offerta di mille beni strategici come la qualità della vita, la bellezza, la cultura, il buon cibo e il buon vino, il clima) può essere la meta ideale per tanti anziani in buona salute, fisica e anche economica. Non si tratta, naturalmente, di trasformare Roma in una grande residenza per over 65. Il punto è saper cogliere un’occasione che molte altre grandi città (vengono in mente Lisbona, la stessa Madrid, Atene) stanno già sfruttando da tempo. La terza età, se affrontata con attenzione e consapevolezza, da fattore di crisi può diventare una autentica occasione di crescita. Il Covid, lo sappiamo, ha cambiato tutto e bisogna immaginare nuove scommesse da affrontare. L’analisi di Audrey Villages è eloquente e indica un tracciato molto chiaro e fertile
Per chiudere il cerchio manca solo un disegno politico-amministrativo veramente strategico. Non c’è, almeno per ora, una classe dirigente capace di capire e di progettare. Ed è l’unico punto debolissimo di una macchina economica potenzialmente pronta alla partenza.
I pregi La nostra città offre la bellezza, la cultura, il cibo, il buon vino e un clima gradevole