Anderson si ribella: «Giusto continuare». Sarri: «Proteste assurde, regolamento chiaro»
Il tecnico: «Una bella Lazio, ero sicuro che non avremmo perso»
Era iniziata con Simone Inzaghi sotto la curva Nord, con pochi fischi coperti da tanti applausi, con lo striscione: «22 anni con i nostri colori non si dimenticano. Grazie Simone!».
È finita con scene da far west dopo il gol di Felipe Anderson e dopo il fischio finale di Irrati, con i giocatori dell’Inter furiosi con il brasiliano e con chiunque di biancoceleste gli capitasse a tiro, colpevoli i laziali - secondo gli interisti - di non aver buttato il pallone fuori con Dimarco a terra nell’azione che ha determinato il 2-1. «Mi rivolgo a tutti coloro che mi dicono che sono antisportivo - la replica di Felipe Anderson - So chi sono, ho sempre giocato per il fair play. Loro hanno proseguito dopo che Dimarco è caduto e hanno provato a segnare. Mi dispiace trovarmi in questa situazione ma è stato giusto continuare».
La vittoria e la reazione della Lazio, in questo senso, sono passate quasi in secondo piano. Non si parla d’altro che del gol del 2-1. «Quando Dimarco è a terra, il pallone ce l’ha l’Inter - dice Maurizio Sarri -. Se loro vanno alla conclusione, ci andiamo anche noi. Se loro con un uomo a terra hanno tirato in porta, vuol dire che volevano continuare a giocare, e noi pure. C’è un regolamento preciso, e queste sono cose che succedono solo in Italia. Ho fatto un anno di Premier League: nessuno protesta, spesso prosegue anche la squadra che ha l’uomo a terra». Fino a quel momento, era stata una partita in cui la Lazio aveva tenuto il campo senza strafare, in attesa dell’episodio che avrebbe potuto girare il match, arrivato con il fallo di mano di Bastoni. «Io una buona Lazio l’ho vista dall’inizio - ancora l’allenatore - Siamo andati sotto con un rigore ma eravamo in partita. Nell’intervallo ho detto ai miei giocatori che se avessimo continuato a giocare così, non avremmo mai perso. E così è stato».
Immobile si è avvicinato ancora a Silvio Piola (157 a 159, l’aggancio è vicino), poi è arrivato il sinistro indisturbato di Felipe Anderson proprio nella zona dove avrebbe dovuto chiudere Dimarco («Felipe è stato aggredito ripetutamente: io sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio, mi aspettavo qualche cartellino rosso», dirà Sarri), infine il colpo di testa di Milinkovic-Savic che ha chiuso la partita. E pensare che una mossa a sorpresa, prima di un pomeriggio folle per quantità e livello delle emozioni, Sarri l’aveva fatta ufficializzando la formazione: fuori Luis Alberto e dentro Basic dal 1’. «La scelta di Basic l’ho fatta per dare intensità e fisicità contro una squadra fisica. Luis Alberto era ed è un giocatore importante, che non ci tornerà comodo ma di più».