Controllore chiede i soldi ai turisti per non fare multe Condannato a 36 mesi
Lo sconto Il condannato ha intascato 25 euro per 4 volte cancellan -do multe da 100 euro ciascuna
Per due volte, sull’autobus 64, da controllore dell’Atac ha chiesto una (sorta) di mazzetta alle turiste per chiudere gli occhi sul fatto che non avessero il ticket. È l’accusa per cui ieri è stato condannato come chiesto dal pm Pietro Pollidori a tre anni di reclusione, Roberto Rossi, 42 anni. Il reato contestato: induzione indebita a dare o promettere utilità.
Quattro le turiste vittime (accertate) del controllore. Che, va precisato, ha soprattutto preso in giro le passeggere, raccontando loro una bugia per arrotondare lo stipendio. Perché l’uomo, secondo la ricostruzione dell’accusa, non ha mai usato la parola bustarella. Rossi ha spiegato alle malcapitate che i soldi sarebbero serviti a chiudere in fretta la pratica senza alcuna conseguenza penale o amministrativa. La cifra intascata? 90 euro. La vicenda risale all’estate del 2019, quando il condannato viene sorpreso il 5 settembre a intascare denaro da passeggeri privi di biglietto e viene arrestato. Il fermo non è affatto casuale. Per capire il perché, bisogna fare un passo indietro di qualche giorno. Quella che segue è la ricostruzione della Procura: è la mattina del 20 agosto quando alla stazione San Pietro due ragazze piemontesi salgono sul 64. Anche Rossi prende lo stesso autobus. Subito le adocchia, forse perché
hanno l’aria spaventata. Rossi le avvicina e domanda loro di mostrargli il biglietto. Le giovani arrossiscono. L’uomo, come prevede la procedura, le fa scendere. Poi tira fuori un blocchetto, lo sfoglia e infine inizia a scrivere. Le due giovani si sentono umiliate. Sanno di aver commesso un errore. Un biglietto sarebbe costato un euro e mezzo. Una bazzecola se paragonato alla sanzione, che l’uomo spiega alle due ragazze essere di 100 euro. Le giovani, quasi, si mettono a piangere. Ed è in quell’istante che Rossi avrebbe proposto alle turiste di pagare subito a lui un quarto ciascuno della multa. Un modo pratico non solo per risparmiare 75 euro a testa, ma anche per evitare l’inserimento dei loro nomi in un database (inesistente) che lui chiama «registro dei contravventori».
La proposta sembra sensata alle turiste. Gli danno 50 euro. A quel punto sorge un problema. Dove comprare un biglietto? Il controllore si dice disponibile a fare loro da garante. Appena passa il 64 i tre salgono. Qualora dovesse passare un collega, Rossi gli spiegherebbe perché loro non hanno il ticket. Durante il tragitto, una delle giovani chiede una ricevuta che attesti il versamento. Rossi raggela. Redige due verbali, ognuno di 104,9 euro. Lo consegna alle giovani, sottolineando che devono stare tranquille perché quei fogli sono carta straccia. Poi scende in fretta e scompare nel nulla, lasciando le amiche incredule.
Convinte che il comportamento dell’uomo abbia qualcosa di poco chiaro, si dirigono al commissariato Borgo. Descrivono il verificatore agli agenti. È l’inizio di una caccia al controllore, che si conclude a inizio settembre quando Rossi viene sorpreso il 4 settembre a ripetere la stessa scenetta con altri due turiste, sempre sul 64. Prima gli agenti lo lasciano fare. Poi lo arrestano.