Sarri: «Che soddisfazione ma quando vinci il derby ce n’è ancora di più»
L’allenatore-tifoso non ha guardato il rigore di Ciro
Girato verso la Curva Nord, la mano destra abbandonata lungo il fianco, la sinistra infilata nella tasca della tuta. Sarri non ha guardato il rigore di Immobile, si è girato solo dopo aver visto (e sentito) i tifosi esultare. Stringendo i pugni verso il basso, per un minimo gesto di esultanza. In fondo la Lazio ha battuto «solo» il Bayern, no? «C’è grande soddisfazione quando riesci a fare risultato con queste squadre, però quando vinci il derby ce n’è un po’ di più». Un paragone decisamente sorprendente, da tifoso più che da allenatore. Lui che di derby ne ha vinti 4 su 6, ma che in Champions non è mai riuscito ad andare più in là degli ottavi: eliminato nel 2017 col Napoli dal Real Madrid poi vincitore del trofeo, e vabbè, ma anche nel 2020 con la Juventus dal Lione.
Nella bacheca di Sarri c’è una Europa League vinta nel 2019 quando, parole sue, «il Chelsea era un’arma illegale, potevo cambiare 10 o 11 giocatori ogni partita». Il rendimento internazionale della Lazio, nelle sue prime 2 stagioni, è stato sicuramente deficitario: più sconfitte (6) che vittorie (5), un 2° e un 3° posto in gironi di EL non impossibili, eliminazioni premature (anche in Conference), le partite del giovedì vissute come un fastidio. In Champions è andata meglio, ma la media-punti europea di questi 3 anni è ancora lontana da quella tenuta in serie A: 1,40 contro 1,76. Sull’arco complessivo di 38 partite sarebbero 14 punti in meno.
I punti persi rispetto allo scorso campionato finora sono 5: mancano quelli sperperati con i ko iniziali contro Lecce e Genoa. La Lazio è proprio a -5 dalla 4ª piazza occupata da Atalanta e Bologna, anche se il successo col Bayern, portando punti al ranking europeo, mantiene viva la speranza di un posto in più nella prossima super-Champions a 36 squadre. «Contro i tedeschi abbiamo partecipato a una festa, adesso dobbiamo resettare perché domenica giochiamo per la vita». All’Olimpico arriverà il Bologna, primo di 4 avversari di alta classifica (Torino, Fiorentina e Milan i successivi) da affrontare aspettando il ritorno col Bayern. Per Sarri sarà la 100ª panchina in A con la Lazio, nono allenatore biancoceleste ad arrivare a questa quota (Opta dice l’ottavo, ma si è dimenticata Lorenzo). Non avrà a disposizione gli squalificati Romagnoli e Vecino, forse anche gli infortunati Zaccagni e Rovella mentre è da valutare la distorsione di Hysaj. «Nelle ultime 7 partite di campionato abbiamo fatto 16 punti» ha ricordato il Comandante. La media sarebbe quella giusta per tornarci, in Champions, comunque vada il 5 marzo a Monaco.
Mai nei quarti Sfida al tabù: 2 volte ko negli ottavi Champions. Domenica col Bologna 100 da laziale in serie A