Museo Bilotti: cinquecento ospiti al vernissage per una serata tra pittura, fotografia e ambiente
Con il Bioparco a pochi spazi green di distanza, Manuel Felisi ha inaugurato l’altra sera la mostra «1:1», due numeri e due punti noti come sintesi di una rappresentazione in scala reale. E così è stato per le ottanta opere di pittura ibrida, dove l’artista ha impresso la sagoma di animali in via di estinzione: rinoceronte, orso polare, giraffe, pavone, leone asiatico e molti altri esemplari. Inevitabile la collaborazione e la complicità con il vicino giardino zoologico, il più antico d’Italia fondato nel 1911, dove è un must la conservazione delle specie minacciate. Il Museo Carlo Bilotti, tra il laghetto di Villa Borghese e il Pincio, è stato raggiunto per il vernissage da almeno cinquecento visitatori, in gran parte invitati dalla Galleria Russo di via Alibert, con Fabrizio Russo, in prima linea insieme al curatore Gabriele Simongini. Arrivano la sovrintendente Federica Pirani, la presidente del Bioparco di Roma Paola Palanza, e Bruno D’Amicis, uno dei più grandi fotografi naturalisti italiani (collabora con National Geographic, e ha vinto numerosi premi internazionali, fra cui il World Press Photo e il Wildlife Photographer of the Year): a Felisi ha consegnato la foto di un orso marsicano, di cui restano solo sessanta esemplari, che l’artista riprodurrà in un’opera inedita. Il «bestiario» è stato ammirato dall’ambasciatore britannico presso la Santa Sede Christopher Trott, dalla critica d’arte e curatrice Francesca Barbi Marinetti, da Roberto ed Edvige Bilotti, dalla primatologa Chloé Cipolletta della National Geographic Society (paladina dei gorilla e del turismo consapevole), e poi da Mariateresa Vignola di Acciaieria Arvedi), e Andrea Colafranceschi, vicedirettore generale della Banca del Fucino.