In 3mila per Valerio Verbano bruciato un cartonato di Meloni
Le note di «Casa mia», la canzone portata dal rapper Ghali al’ultimo Festival di Sanremo, risuonano a piazzale Jonio mentre decine di studenti palestinesi e altri romani si prendono per mano. Un’altra richiesta di pace subito a Gaza, questa volta dal corteo in ricordo di Valerio Verbano, studente 19enne del liceo Archimede e attivista di Autonomia Operaia ucciso a colpi di pistola il 22 febbraio 1980 nell’appartamento dove viveva con la madre Carla e il padre Sardo da sicari tuttora rimasti senza volto. «Aveva costruito un dossier d’inchiesta sugli ambienti neofascisti e sui rapporti tra questi con gli apparati dello Stato», hanno spiegato gli organizzatori dell’iniziativa per i quali il ricordo di Verbano quest’anno si unisce «alle lotte transfemministe e per i diritti di tutti , nelle battaglie per la libertà di movimento e contro il razzismo, per il reddito e nella lotta per la casa, per una vita degna». Ieri pomeriggio in più di 3mila - sempre gli organizzatori (1.200 per la Questura) - hanno partecipato alla manifestazione partita come sempre dal palazzo in via di Monte Bianco, dove viveva la famiglia di Verbano, che si è snodata poi per le strade di Montesacro, Val Melaina, Tufello e ritorno. Fumogeni,
cori pro Palestina, musica a tutto volume. Insulti di alcune attiviste dei movimenti femministi contro la premier Giorgia Meloni, fino a quando al centro del corteo qualcuno ha bruciato un fantoccio di cartone con una croce celtica e con le sembianze della Presidente del Consiglio: scena ripresa dalle telecamere della polizia scientifica. Sono state subito avviate indagini per identificare i responsabili del gesto. Per il resto il corteo è andato avanti senza incidenti o tensioni particolari. Dapprima l’omaggio a Verbano, quindi l’arrivo di duecento giovani dei movimenti studenteschi che si erano riuniti con i ragazzi palestinesi qualche minuto prima in piazza Annibaliano, alla fermata della metro B1. E infine il lungo corteo durante il quale sono stati esposti striscioni e bandiere rosse, poi il flashmob con la scritta «Stop genocidio a Gaza»: al posto della musica dagli altoparlanti il frastuono provocato dalle bombe. «Valerio - hanno spiegato gli organizzatori - non si è mai voltato dall’altra parte. Affrontava i fascisti a viso aperto. Viva la resistenza palestinese. La prossima settimana saremo davanti al Parlamento».