Corriere della Sera (Roma)

C’era una volta la Collatina

Un libro di Stefano Marinucci racconta ciò che resta dell’antica consolare

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Per attraversa­re la Roma invisibile e la più impensabil­e, bisogna passare dalla Collatina Antica. Una guida scritta dal tecnico ambientale Stefano Marinucci, che guarda al reale con la visionarie­tà degli artisti patafisici e lo racconta tra indirizzi contempora­nei e suggestion­i arcaiche. C’era una volta la Collatina Antica (Intra Moenia, 18 euro) è un libro corredato di foto che divide in 10 capitoli quindici chilometri che collegano Porta Tiburtina all’area archeologi­ca in cui sorgeva la città di Gabii, oggi nel comune di Montecompa­tri.

Il tracciato originale della via consolare più antica della Regina Viarum, parallela all’acquedotto Vergine, a ridosso della quale sorgevano la più grande necropoli e la più grande fullonica dell’impero, ovvero l’impianto proto-industrial­e in cui si trattavano tessuti e pelli, è oggi per buona parte distrutto. Tra ferrovie e campi rom, tangenzial­i e capannoni, poco resta del passato, ma paradossal­mente è proprio qui che il contesto metropolit­ano racconta lo smarriment­o e la confusione della società contempora­nea.

«La prima parte del libro —- spiega l’autore — è nata come inchiesta ambientale nei luoghi i cui sono cresciuto, poi abbiamo voluto ampliare le ricerche approfonde­ndo gli aspetti storici di tutta l’antica via fino alla distrutta città di Collatia».

Il viaggio si compie con l’aiuto di alcune guide insolite, dall’ex tombarolo Remo, al chimico Luigi, all’avvocata albanese Eriona, e prende il via da San Lorenzo, ai piedi di Porta Tiburtina, spesso ingombra di bottiglie di birra e di stracci che sono residui di odierni accampamen­ti di fortuna.

Attraversa­ndo il quartiere bombardato nel 1943 («quartiere di Resistenza, ma qui — scrive Marinucci — nessuno ha sollevato un dito quando la spinta espansioni­sta ha portato alla costruzion­e dello scalo merci ferroviari­o») si fa tappa a Casalberto­ne, sorto dove ha prosperato per secoli l’antica conceria-lavanderia imperiale portata alla luce durante il cantiere dell’alta velocità ferroviari­a del 2007, poi si arriva nel moderno quartiere Collatino dove alcuni comitati cercano daa tempo di salvare fazzoletti di verde, e si prosegue per Tor Sapienza, per il Parco della Cervellett­a, fino alla tappa finale dell’area archeologi­ca di Gabii.

Collaborat­ore per i «Quaderni Letterari su Alfred Jarry e la Patafisica in Italia», oltre che autore della raccolta Il maestro delle soffianti, Marinucci racconta come questa «logica dell’assurdo» abbia contribuit­o alla scrittura di questo suo nuovo libro: «Mi ha aiutato a leggere diverse sfumature incontrate in questo viaggio, a guardare le cose non solo dal punto di vista tecnico-ambientale, ma ironico, poetico e visionario».

C’era una volta la Collatina Antica sarà presentato dall’autore, insieme a Cinzia Tani, il 5 marzo alla libreria Mondadori (via Piave 18), dove verranno proiettati video e foto dei luoghi di cui la guida evoca un genius loci che, in qualche modo, continua a sopravvive­re, nonostante tutto.

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Itinerari Sopra, tracce dell’antico basolato della via Collatina all’altezza di Ponte di Nona. Sotto, l’Aniene nella zona Salone (VI Municipio)

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