Se la letteratura «approda» nella galleria d’arte: platea piena da Lorcan O’Neill per il libro di Cycelin
Nero su bianco, un flusso di pensieri e di ricordi nati da un isolamento domiciliare inflitto dopo la pubblicazione su un quotidiano del racconto di un giro in scooter durante il lockdown, in preda alla fascinazione di una Napoli straordinariamente deserta. Eduardo Cycelin, ex direttore del museo Madre e oggi direttore della galleria Casamadre a Palazzo Partanna, ha presentato l’altra sera in vicolo de’ Catinari il suo libro «Quarantena napoletana» (Neri Pozza). Non è la prima volta che la galleria di Lorcan O’Neill apre i suoi spazi a incontri di letteratura: il link con l’arte è rafforzato dalle illustrazioni di Francesco Clemente, artista nato nel capoluogo campano e da decenni cittadino di New York, che dialogano con il memoir di Cycelin trasformato dagli eventi «in uno “stralunato signor Bloom in pantofole” che può solo vagare fra cucina, studio e soggiorno. E rimuginare». La platea è allestita davanti alla grande opera «Noah» di Anselm Kiefer (la personale è in corso), dove trovano posto in 50 tra cui Massimiliano e Doriana Fuksas, gli artisti Domenico Bianchi e Giuseppe Pietroniro, la collezionista Ines Musumeci Greco, la compagna di Kounellis Michelle
Coudray, la storica dell’arte Ester Coen con l’artista visivo Nunzio. Conversano il saggista e critico Goffredo Fofi (nel suo intervento riferimenti al destino dell’umanità, non proprio roseo), la curatrice Alessandra Mammì, lo scrittore Antonio Galdo, mentre l’attore e regista Sergio Rubini legge alcuni brani. Il quesito finale, nello scambio di riflessioni tra Fuksas e Cycelin è: meglio gli anni ‘60 o i ‘70? Nelle ex scuderie di Palazzo Santacroce si prepara già il debutto di una nuova mostra ad aprile.