Nastri d’Argento documentari, riconoscimenti a Milani e all’opera prima di Kasia Smutniak
Magnetica Kasia Smutniak con il suo look androgino: capelli cortissimi alla garçonne con la frangia che lascia scoperto il viso bellissimo, ancora più luminoso grazie al riconoscimento che sta per ritirare sul palco di una sala del cinema Barberini. Cinema batte Arte in questi giorni: agli osservatori più attenti non è sfuggito il trend che vede la socialità legata alla settima arte prendersi la scena romana. Più dei vernissage. La cerimonia dei Nastri d’Argento documentari ha incoronato ieri sera Smutniak, accompagnata dal marito produttore Domenico Procacci, per l’opera prima «Mur» insieme a Riccardo Milani per «Io, noi e Gaber», e altre eccellenze d’ingegno come Roberto D’Agostino che entra nel foyer con la moglie Anna Federici, pronto a ritirare con Marco Giusti e Daniele Ciprì il premio speciale per «Roma, santa e dannata», una pennellata sulla città in bilico tra adorazione e cinismo. La passerella è allestita al primo piano, nello spazio del cocktail bar: è qui che transitano i protagonisti, da Laura Delli Colli, presidente del sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani, associazione che muove il più antico premio cinematografico italiano dal 1946. Il palmares si mescola con gli ospiti: Giuliano Ferrara e la moglie Anselma Dell’Olio, regista del premiato «Enigma Rol», Mario Martone con Ippolita Di Majo, Silvio Soldini, Chloé Barreau, Fariborz Kamkari con la produttrice Adriana Chiesa, Beppe Fiorello con la moglie Eleonora Pratelli, Andrea Occhipinti, Giampaolo Letta di Medusa Film. Nel parterre anche l’avvocato degli artisti Giorgio Assumma, l’agente di tanti attori famosissimi Moira Mazzantini, la produttrice Francesca Verdini, Beppe Convertini, Paola Mainetti e molti altri.