Corriere della Sera (Roma)

Roma, il tempo non finisce mai Undici punti con gol dall’80’ in poi

Mourinho con tutte le punte in campo, De Rossi ruolo per ruolo

- Luca Valdiserri

tempo della Roma non finisce mai. E vale sia per quella di Mourinho che per quella di De Rossi. In 39 partite stagionali (28 di campionato, due di Coppa Italia e 9 di Europa League) la Roma ha segnato 17 gol tra l’80’ e la fine della partita, recuperi compresi. Questi gol arrivati sono valsi in campionato ben 11 punti.

Questa la lista completa delle marcature. In campionato: Belotti all’82’ in RomaSalern­itana 2-2 (un punto in più in classifica); Spinazzola al 93’ in Roma-Milan 1-2; Lukaku all’82’ e Mancini all’86’ in Roma-Empoli 7-0; Pellegrini all’83’ in Roma-Frosinone 2-0; El Shaarawy al 92’ in Roma-Monza 1-0 (2 punti in più); Azmoun al 91’ e Lukaku al 94’ in Roma-Lecce 2-1 (3 punti in più); Dybala all’81’ e El Shaarawy al 90’ in RomaUdines­e 3-1 (2 punti in più); Kristensen all’81’ in SassuoloRo­ma 1-2 (2 punti in più); Lukaku al 96’ in Roma-Napoli 2-0; Paredes all’81’ in Frosinone-Roma 0-3; Paredes all’82’ in Monza-Roma 1-4; Llorente al 95’ in Fiorentina-Roma 2-2 (un punto in più). Da conteggiar­e anche il gol di Pisilli in Roma-Sheriff 3-0 di Europa League e quello di Dybala all’85’ in Roma-Cremonese 2-1 di Coppa Italia.

Segnare così tanto nei finali di partita è segno di una squadra che ci crede fino all’ultimo. La metodologi­a con cui Mourinho e De Rossi sono arrivati a questo risultato, però, è diversa.

Lo Special One ha giocato spesso a «Rischiatut­to», mettendo in campo insieme tutti gli attaccanti. Roma-Lecce, con il doppio gol di Azmoun e Lukaku nei minuti di recupero, è l’esempio perfetto.

A Firenze, invece, De Rossi ha effettuato cambi ruolo per ruolo. Aveva Azmoun in panchina ma non lo ha usato nelle cinque sostituzio­ni.

Particolar­e che forse si è visto solo dallo stadio e non in television­e: sul calcio d’angolo finale, Svilar ha provato a chiedere a De Rossi il permesso di andare anche lui in area di rigore. Il tecnico, però, non l’ha praticamen­te visto, tutto preso a chiedere a Zalewski e Baldanzi, di certo non due giganti, di non intasare l’area ma di restare come ultimi uomini dello schieramen­to. Zalewski ha poi strappato ad Arthur il pallone che ha permesso il cross di Pellegrini, la sponda di Ndicka e il gol di Llorente al 95’. Svilar aveva già fatto il suo parando il rigore a Biraghi. E forse Italiano si è pentito dei tre cambi fatti a tempo scaduto - uno era proprio Arthur - che hanno fatto allungare il recupero come da regolament­o.

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