Corriere della Sera (Roma)

«Tempi troppo lunghi per prenotare una visita»

- Valeria Costantini

Il medico di famiglia resta un punto di riferiment­o importante per il paziente, i tempi di attesa (troppo lunghi) sono la criticità più segnalata. Solo alcuni degli elementi che emergono dal sondaggio realizzato dalla Cisl intitolato «La sanità del Lazio oltre l’emergenza: al centro le persone e il lavoro». Le domande sono state poste di persona a duemila cittadini (metà utenti, metà personale sanitario) nelle sedi Cisl regionali. Solo i dati di Roma coprono il 50% dei dati regionali: nella Capitale ad esempio solo l’1% degli intervista­ti si dichiara «soddisfatt­o» in generale dei servizi, contro l’8% «molto insoddisfa­tto» (uno dei più alti tra le province). Rimane centrale la figura del medico di base a cui si rivolge l’85% delle persone quando stanno male, secondo posto per il medico privato (9%), terzo gradino per il pronto soccorso (6%). Se la criticità più votata resta la tempistica (72% dei votanti), oltre il 40 per cento delle persone segnala come sia «molto difficile» fissare un appuntamen­to secondo le necessità». Accessibil­ità e comfort degli spazi sanitaria risultano segnati da giudizi positivi nel complesso, come gli interventi del personale sanitario considerat­i di «alta qualità» per il 28 per cento e per il 60% «di media qualità». Altra criticità

Enrico Coppotelli «Va fatto un investimen­to su tutto il personale, iniziando da medici e infermieri»

evidenziat­a è il passaggio dalla sanità pubblica a quella privata, con circa l’80 per cento degli utenti obbligata a compiere tale scelta. «Emerge che il primo problema è quello delle liste di attesa. Un’emergenza vera, va fatto un investimen­to sulle persone, la sanità possiamo farla solo attraverso infermieri, medici e tutto il personale del comparto», ha riassunto il segretario generale della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli.

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