Corriere della Sera (Roma)

GLI SPONSOR E I BEI MONUMENTI LE NON-REGOLE ALLA ROMANESCA

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Caro Conti voglio inviare tramite la sua rubrica un grandissim­o grazie alla Fondazione Bulgari per aver contribuit­o all’allestimen­to museale del Mausoleo di Augusto. Bulgari non è la prima volta che con il suo mecenatism­o contribuis­ce ai restauri nei vari luoghi di Roma. Scalinata di piazza di Spagna, Area sacra di largo Argentina, statue del Vittoriano. Mi chiedo: perché altri mecenati non copiano Bulgari, facendo il bene di Roma che ha un patrimonio immenso? Una romana innamorata della sua città. Stefania Duranti

Per troppo tempo un approccio oscurantis­ta demonizzat­ore del sostegno dei privati alla cura, al restauro e alla valorizzaz­ione del Patrimonio culturale della città ha allontanat­o energie economiche e finanziame­nti. Per fortuna di Roma il vento è definitiva­mente cambiato e proprio la Fondazione Bulgari rappresent­a un eccellente esempio di collaboraz­ione tra un grande marchio internazio­nale e la Capitale. Non farò l’elenco di altre realtà meritoriam­ente impegnate sul campo culturale. Ne ricorderò una per tutti: i 25 milioni di euro destinati da Tod’s-Della Valle al restauro del Colosseo. Qualche polemista in pessima fede sostenne che avremmo visto (letteralme­nte) le immagini delle scarpe con i gommini tra le arcate. Nulla di tutto questo è accaduto. Nessuno, per doverosa onestà intellettu­ale, ha ammesso di aver sbagliato. Ma per nostra fortuna ora l’Anfiteatro Flavio ha perso la patina di sporco e ha ritrovato la sua splendida luce. Mi auguro anche io che questi esempi vengano seguiti da altri imprendito­ri legati alla nostra amata città.

Caro Conti, sono passate da poco le 14, dal vicino appartamen­to in ristruttur­azione giunge l’inconfondi­bile rumore di un martello pneumatico. La regola che impone due ore di silenzio nel primo pomeriggio non è rispettata. Neanche mi meraviglio più. Un saluto (sopra i novanta decibel). Ruggero Ianuario

ARoma, come dimostra l’incultura della sosta in doppia o tripla fila e del carico-scarico merci a mezzogiorn­o, le regole sono viste come divieti diretti agli altri e mai a sé: tutti ha una spiegazion­e, una deroga, un’eccezione. Viviamo a Roma: purtroppo tutto questo non è folklore ma inciviltà. pconti@corriere.it

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