Pestaggio del nipote di Bud Spencer, in cella pregiudicato
Alessandro Pedersoli, 27 anni, fu aggredito a novembre mentre era in auto sul lungotevere delle Armi
«Nessuna lite, mi ha affiancato con l’auto, poi dal finestrino mi ha tirato una serie di cazzotti». Fosse stato il protagonista di uno dei film del celebre nonno, Bud Spencer, Alessandro Pedersoli forse avrebbe steso il suo aggressore. Ma nella vita reale, nel traffico della movida capitolina, il nipote del mitico «Piedone» non ha avuto nemmeno il tempo di reagire a una brutale quanto immotivata aggressione.
Il pestaggio è avvenuto a novembre e ora la polizia ha catturato il picchiatore. È notte fonda quando Alessandro, 27 anni, imprenditore e fondatore anche di una start-up dedicata al nonno, rientra da una serata con amici. Guida sul lungotevere delle Armi, a pochi passi da Prati. Al semaforo gli si affianca una Smart nera, alla guida c’è un giovane. «Che te guardi?» grida il conducente ad Alessandro: è la promessa di una vendetta folle che di lì a poco si realizzerà.
Pochi metri e l’aggressore ferma la macchina accanto a quella di Pedersoli, che non farà nemmeno in tempo a tirare su il finestrino. Tre, quattro pugni in pieno volto, ben piazzati e Alessandro resta sotto choc e sanguinante in strada a chiedere aiuto. Arriva l’ambulanza e gli agenti del distretto Prati che attivano le indagini. Il nipote di Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli mancato nel 2016, ha riportato fratture dell’orbita (per le quali è stato sottoposto a un intervento) oltre alla rottura di tre denti. «Un’aggressione terribile e scaturita dal nulla, - precisa l’avvocato Ludovico Ronchini, legale di Alessandro Pedersoli - il mio assistito è rimasto molto provato. Incredibile essere pestati senza ragioni nel cuore della Capitale». Una vera «belva», descrivono così l’aggressore i testimoni di quel pestaggio agli investigatori, che iniziano le ricerche partendo dalla targa della Smart ripresa dalle telecamere della zona. Presa a noleggio come risulterà e il nome del conducente è più che noto alla polizia: si tratta Claudio Moncada, appena 21 anni, ma già alle spalle una serie di furti, rapine e soprattutto risse e aggressioni. Un violento, residente a Pomezia, ma irrintracciabile agli indirizzi conosciuti. Si nascondeva in una casa popolare di amici sempre nel comune alle porte della Capitale: lo trovano i carabinieri di Pomezia e gli agenti del distretto di Ostia, allertati dai colleghi di Prati. Elementi sufficienti al pubblico ministero per ottenere da gip la misura cautelare: Moncada è stato arrestato e portato in carcere.
La sfida Moncada, l’arrestato, gli aveva rimproverato uno sguardo di troppo dal finestrino