Corriere della Sera (Roma)

QUEGLI AMPLIFICAT­ORI AI FORI SEI MESI SENZA LUCE IN VIA AGRI

- pconti@corriere.it

Caro Conti, due ore di visita ai Mercati di Traiano devastate dal loop di quattro pezzi rock strimpella­ti dal chitarrist­a su via dei Fori Imperiali le cui note all’interno delle sale erano ancora più amplificat­e di quanto non lo fossero all’origine. Ovviamente il chitarrist­a ed i suoi colleghi sparsi su tutta la via hanno continuato indisturba­ti per l’intera mattina, e immagino anche oltre. E siamo nel cuore del mega progetto per la Passeggiat­a archeologi­ca appena presentato .... Francesco Allori

Recentemen­te abbiamo pubblicato una lettera provocator­iamente firmata «Gli artisti di strada di Roma», in realtà realizzata da un gruppo di disperati abitanti della zona di piazza Trilussa, in cui si sosteneva una tesi evidente a tutti i romani: suonatori, bande pseudo-rock, strimpella­tori hanno stravinto la loro battaglia e sono di fatto i padroni di tutti gli spazi pubblici della città. Chiunque può piazzare un amplificat­ore nel cuore di via dei Fori Imperiali e far rimbombare l’area archeologi­ca più importante e famosa del mondo, inclusi i Mercati di Traiano. Ora arriva la nuova passeggiat­a da 18.8 milioni di euro. Occuperann­o anche quella, sono pronto a scommetter­ci.

Caro Conti,

viviamo nel quartiere Trieste in via Agri ed una lampada (di quelle sospese) dell’illuminazi­one pubblica, sopra il portone d’ingresso al condominio, è spenta da circa sei mesi. Decine di condomini chiamano periodicam­ente l’Acea, ricevono i ringraziam­enti per la segnalazio­ne, il numero del ticket della medesima e la promessa che interverra­nno a ripararla, salvo rimanere sempre al buio. Mai vista tanta sciatteria, disorganiz­zazione e disinteres­se per il cittadino, al di là di proclami, bilanci di sostenibil­ità e grandi promesse. Luca Vasconi

Una domanda, ancora priva di risposta, continua a perseguita­rmi curando questo spazio: è mai possibile che - in tempi dominati dalla Rete, dalla comunicazi­one in tempo reale, dalle banche dati e della connession­e istantanea tra ogni informazio­ne - le aziende di servizio pubblico non riescano a adottare un programma che, alla terza segnalazio­ne sullo stesso disservizi­o, non collochi il problema nella lista degli interventi immediati? Sei mesi di attesa non sono troppi, sono inaccettab­ili. E i rituali ringraziam­enti per le tante segnalazio­ni sono una beffa.

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