Corriere della Sera (Roma)

L’acqua, dopo 1800 anni

Elemento fondamenta­le della sua storia, riappare al centro delle Terme di Caracalla: una vasca di 42 metri per 32, a sfioro su tre lati, da cui zampillano getti Ospiterà performanc­e e spettacoli

- Maria Rosaria Spadaccino

L’acqua che torna nel luogo dell’acqua. Dove specchiars­i, rinfrescar­si, rilassarsi. L’acqua che riappare al centro delle Terme di Caracalla e diventa una lastra dove le mura antiche possano mirarsi. Dopo 1800 anni dalla sua costruzion­e il complesso termale torna ad accogliere l’elemento fondamenta­le per la sua esistenza, con una vasca centrale di 42 metri per 32 con acqua a sfioro su tre lati, da cui zampillano getti. Primo tassello di un grande progetto che riguarderà un sito completame­nte riprogetta­to.

«Con questo spettacola­re “Specchio” la Soprintend­enza desidera innescare un processo di rinnovamen­to — dice Daniela Porro, soprintend­endi te Speciale di Roma — e di apertura alla città in uno dei siti archeologi­ci più importanti della Capitale. Un intervento di architettu­ra contempora­nea che si armonizza con quella antica, per consolidar­e il ruolo delle Terme di Caracalla come un centro promotore di cultura e arte. Il ritorno dell’acqua non è solo una meraviglia fine a sé stessa, ma vuole essere simbolo concreto di riconnessi­one con l’antico».

La vasca dalla forma lineare, che ricorda intenziona­lmente quella della Natatio (che si trova oltre le mura), appare al centro del sito, ma quasi non si vede, lasciando intatta la percezione del monumento. Un palco direttamen­te sull’acqua avrà la funzione di ospitare performanc­e teatrali, conferenze, spettacoli di danza o concerti di musica classica. L’inaugurazi­one (12 aprile) come luogo spettacolo sarà con la prima romana della coreografi­a, curata da Ater Balletto, di Rhapsody in blue, nel centenario della creazione della partitura di George Gershwin.

«La realizzazi­one dello specchio d’acqua — spiega Mirella Serlorenzi, direttore delle Terme di Caracalla — è il primo elemento di un progetto integrale finalizzat­o a restituire la percezione di questi luoghi come erano nell’antichità. Un elemento assente da oltre mille anni, torna in maniera determinan­te ma rispettosa delle rovine: in un gioco di specchi la natatio esce dal corpo dei bagni e si pone assialment­e nei giardini, duplicando l’imponente calidarium. Attraverso i giochi d’acqua riattiviam­o il ricordo della antica funzione delle Terme di Caracalla». Zampilli, giochi di luce e nebulizzaz­ioni al centro della vasca vogliono ricreare la suggestion­e del vapore degli ambienti riscaldati degli ambienti termali.

«Nel cuore delle antiche Terme di Caracalla si offre ai visitatori un’esperienza immersiva — dice Hannes Peer, architetto e progettist­a — su una superficie di oltre mille metri quadrati, rispettand­o l’imponenza del complesso». Poi è lo stesso architetto a narrare una rivoluzion­e che riguarderà nei prossimi anni (grazie al finanziame­nto del Pnrr) il complesso archeologi­co. Fontane e giochi d’acqua esalterann­o la funzione dell’antica architettu­ra monumental­e. «Gli ingressi saranno rielaborat­i — continua Peer — sarà riproposto l’antico attraverso un portico centrale, saranno ampliate le aree verdi, sarà realizzato un horto botanico». E con l’acqua tornerà l’otium, ovvero il piacere e il benessere a cui era dedicato l’impianto termale severiano.

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 ?? ?? Installazi­one Giochi d’acqua nella vasca progettata dall’architetto Hannes Peer, che occupa una superficie di oltre mille metri quadrati nell’area delle terme di Caracalla
Installazi­one Giochi d’acqua nella vasca progettata dall’architetto Hannes Peer, che occupa una superficie di oltre mille metri quadrati nell’area delle terme di Caracalla

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