DISAGI DI OGGI E PROGETTUALITÀ PEDONI COL ROSSO ROMA- PARIGI
Caro Conti, capisco bene il disagio di tanti lettori perché anch’io vivo in questa città. E vivo anch’io i disagi dei tanti cantieri che aperti in questi due anni e mezzo di giunta Gualtieri. Ma Roma deve fare a meno di nuovi tram e nuove metro perché ci sono i disagi? La metro C in piazza Venezia non è un’opera semplice, si trova nel cuore di una città che ha più di duemila anni di storia. Ce ne freghiamo e cementiamo tutto? Oppure ne dobbiamo tener conto, magari valorizzando quel che il sottosuolo lì ci restituirà, come alla metro C di San Giovanni ? Se servono nove anni per fare questa stazione metro C ci saranno anche dei buoni motivi, non credo che i progettisti si siano impazziti e che gli uffici tecnici del Comune abbiano avallato scelte irrazionali. Ricordo bene che, anni fa, si era addirittura pensato di non fare la stazione e di lasciare per sempre nel sottosuolo la cosiddetta Talpa che giaceva a circa 40-50 metri sottoterra, la follia pura ! Roma è una città speciale, unica al mondo per storia e architettura, mettiamocelo in testa, nel suo sottosuolo ci sono patrimoni immensi di ricchezze archeologiche che le altre città del mondo non hanno. Secondo me, è necessario dotare la città di infrastrutture moderne indispensabili senza però rinunciare alla salvaguardia della sua storia e delle ricchezze archeologiche. Certo, tutto questo è molto difficile ma non credo che ci possa essere un’altra strada per guardare al futuro di questa meravigliosa città.
Fabio D’Amico
Roma deve e può affrontare sfide difficilissime per superare anni di nulla, di mancate manutenzioni e progettualità, di colpevole inerzia. Impensabile tenersi la Metro così com’è. La linea dei tram deve ritrovare la dovuta sicurezza. Le strade vanno asfaltate. Però i disagi si moltiplicano e vivere in queste settimane a Roma è diventato un incubo. La famosa cabina di regia dovrà funzionare ancora meglio. Ma subito, nei prossimi giorni, immediatamente.
Caro Conti, di rientro da Parigi, dove i pedoni che passano col rosso rischiano la vita, noto che a Roma sono i turisti per primi a fare gregge transumando col rosso...
When in Rome, do as the Romans do. I turisti arrivano, scoprono subito la morte delle regole e- felicissimi- si romanizzano. pconti@corriere.it za sulle diverse radici e condizioni delle famiglie immigrate in Italia. Tale diversità genera appunto una situazione variegata e non omogenea. La sig.ra Lorenzetti dice giustamente che l’essere «culturalmente italianizzati» dipende da famiglie e comunità, ma quelle che stentano a integrarsi non sono la maggioranza, e magari al loro interno i figli sono in forte disaccordo coi genitori. Peraltro il fatto che tutti i piccoli in età scolare siano padroni dell’italiano ci fa ben sperare per il futuro. Quanto alla nostra legge di cittadinanza continuo a pensare che sia retrograda (mi piace lo ius culturae ), perché mette un blocco totale e non valuta appunto le diverse situazioni familiari e l’evoluzione socio-culturale realizzata dall’arrivo in Italia. Adottare una legge più aperturista e discrezionale certo comporta lavoro e un impegno di valutazione su larga scala delle singole situazioni familiari, che le nostre strutture amministrative attuali non possono sostenere, in quanto richiederebbe una ben strutturata organizzazione e l’impiego di molte risorse, come la sig.ra Lorenzetti e i suoi colleghi.