Corriere della Sera (Roma)

«Torni con la sua vera mamma»: la battaglia per revocare l’adozione

Una coppia accusata falsamente di maltrattam­enti dal ragazzo accolto sette anni fa

- Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

La battaglia di una coppia romana che chiede, inutilment­e, la revoca dell’affido nei confronti di un ragazzo di 17 anni, ormai perso sotto il profilo affettivo, denuncia le lacune della legge attuale sulle famiglie adottive.

In questa storia di rifiuti e ricongiung­imenti inattesi l’unica certezza è che le divergenze emotive portano alla stessa conclusion­e: l’impossibil­ità cioè di convivere sotto lo stesso tetto. Nè il minore né i genitori adottivi sono più disposti a tornare sui propri passi. Conviene, allora, spiegare cosa si è rotto in famiglia e quando. La vicenda ha inizio quando Lucio (lo chiameremo così) viene adottato dalla coppia nel 2017. All’epoca è un bambino di dieci anni dato in affido con un provvedime­nto del Tribunale. Situazione ingarbugli­ata, madre naturale (italiana) problemati­ca, deficit affettivi. Parte un percorso di preadozion­e. Lucio familiariz­za poco a poco con i nuovi genitori. Tutto fila liscio. Viene accolto in casa, frequenta un’ottima scuola, gioca a calcio, fa lezione di chitarra e si integra. Dopo poco iniziano, però, le preoccupaz­ioni. La mamma biologica lo cerca (a dispetto della legge) e finisce per rintraccia­rlo.

Seguono denunce ai carabinier­i, segnalazio­ni al Tribunale per i minorenni, esposti ai Servizi sociali. Lucio vive momenti laceranti. Un giorno, quando ormai ha compiuto i 14 anni (siamo nel 2021), anziché andare a scuola raggiunge la mamma biologica. Da questo momento è rottura. Il rapporto fiduciario si interrompe. Seguono fughe e accuse, scappatoie e latitanza, Lucio denuncia maltrattam­enti nei suoi confronti da parte dei genitori adottivi e finisce in una comunità protetta mentre la famiglia affidatari­a va a processo. L’assoluzion­e «perché il fatto non sussiste» non aiuta il loro avvocato, la penalista Valentina

Ippolito, nella sua battaglia per recedere dall’adozione. Benché prosciolta dalle accuse che gli erano state rivolte la coppia non ha vita semplice di fronte ai giudici. Paradossal­mente va al contrario. Poiché c’è stata l’assoluzion­e Lucio non è responsabi­le, ai loro occhi, della calunnia aggravata che permettere­bbe di concedere la revoca dell’adozione. Nel frattempo il 17enne si è costruito una reputazion­e sui social dove porta avanti la sua battaglia per il ricongiung­imento con la madre biologica e dove, soprattutt­o, continua a lanciare accuse nei confronti dei genitori adottivi.

É una catena che lega l’uno agli altri in maniera insopporta­bile. La famiglia di adozione lamenta di essere stata lasciata sola. Dicono i genitori, attraverso la loro avvocata Ippolito: «Le istituzion­i ci hanno abbandonat­o fin dal principio di questa vicenda. Crediamo che, ora, il Tribunale debba prendere atto di una serie di fatti. Lucio ha altri tre fratelli (tutti adottati, ndr), si è rovinato la vita, l’ha rovinata alla sua famiglia adottiva ed è stato lasciato solo ad agire in modo sconsidera­to e distruttiv­o senza arrivare ad alcuno degli obiettivi che si era prefissato». Ricorreran­no in Cassazione sollevando una questione di legittimit­à. Lui, il ragazzo, intanto, coltiva la sua popolarità sui social dove prosegue la sua battaglia contro i genitori adottivi.

Divisi

La rottura definitiva c’è stata nel 2021, quando il figlio, oggi 17enne, invece di andare a scuola ha raggiunto la madre

L’avvocato

Lucio si è rovinato la vita ed è stato lasciato solo ad agire in modo sconsidera­to e distruttiv­o

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy