Corriere della Sera (Roma)

Il mondo del vino sempre più rosa tra vigne e cantine

Il settore conta 95 protagonis­te nella regione. Cresce l’enoturismo

- Natalia Distefano

Il mondo del vino diventa sempre più rosa. E no, non stiamo parlando – banalmente – di etichette rosé. Ma di una vera e propria ondata di protagonis­mo delle donne in tutti gli ambiti del settore vitivinico­lo. Anche nel Lazio. Dove l’associazio­ne «Le donne del vino» negli ultimi quattro anni ha registrato un decisivo incremento di associate (nel 2020 erano 30, oggi sono 95, in Italia se ne contano in tutto 1.200). E dove le «wine lady» ricoprono ruoli cruciali sia nella produzione di vino che nelle profession­i dell’enoturismo.

L’occasione per fare il punto sul settore è stata la presentazi­one a Roma di «Enoturismo 4.0», il manuale firmato per Agra Editrice da Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini che – insieme a «Le donne del vino», Nomisma, Movimento turismo del vino e Città del vino – ha scattato la più ampia e aggiornata fotografia di un comparto che si sta consacrand­o strategico per l’intero turismo nazionale. Basti pensare che le cantine italiane che aprono le loro porte e offrono formule di ospitalità registrano ogni anno 15 milioni di accessi. Con il numero degli enoturisti (chi viaggia per motivi enogastron­omici) in forte crescita. E l’età media degli occupati in calo, «con un aumento sensibile di aziende guidate da giovani», come fa notare il presidente Assoenolog­i Lazio e Umbria Riccardo Cotarella.

È il caso di Sara Costantini, 24 anni, enologa figlia d’arte (il padre è alla guida della cantina Villa Simone a Frascati) che insieme alla sorella Giulia nel 2019 ha voluto fondare la sua azienda: Borgo del Cedro, 8 ettari tra Roma e Monte Porzio Catone. «Ho acquistato le vigne, mi occupo della potatura, guido il trattore e gestisco la comunicazi­one – racconta –. Non è semplice e per le donne la sfida è maggiore, ma la soddisfazi­one poi è enorme».

Lo confermano i dati del libro: «Le donne sono minoritari­e in vigna e in cantina (14%) – commenta Cinelli Colombini – ma presidiano tutti i settori emergenti: commercial­e (51%), marketing e comunicazi­one (80%), enoturismo (76%). La buona notizia è anche che le lavoratric­i del vino sono più vicine alla parità di salari e carriera rispetto agli altri settori economici. E pesano nelle decisioni di acquisto della bottiglia e di visita nelle cantine: ricoprono il 66% di chi prenota».

Dinamiche, competenti e solidali. «Accanto al lavoro nel vino servono anche gesti simbolici per valorizzar­ci – conclude Manuela Zennaro delegata Lazio per «Le donne del vino» – come la piantumazi­one di una barbatella a Roma, presso le serre di San Sisto, che darà vita a un piccolo vigneto urbano in pieno centro intestato a Marisa Leo, nostra socia rimasta vittima di femminicid­io nei mesi scorsi in Sicilia».

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Il tradiziona­le rito della vendemmia: la produttric­e Sara Costantini (24 anni) al lavoro tra i filari della sua cantina Borgo del Cedro

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