Corriere della Sera (Roma)

SENZA CARAVAGGIO PER I LAVORI IL PERICOLOSO PADRE CICLISTA

- pconti@corriere.it

Caro Conti, è di qualche giorno fa l’ultimo mio passaggio da Porta del Popolo con l’occhio che corre subito verso sinistra e l’inspiegabi­le (da qualche mese almeno) chiusura di tutte e tre le ante che introducon­o nella chiesa in Santa Maria del Popolo che, come sa, contiene nella Cappella Cerasi due inestimabi­li capolavori assoluti di Caravaggio: la Vocazione di Saulo e il Martirio di Pietro. Lavori in corso? Restauri interni? Il mistero regna sovrano visto che in queste settimane passate i tantissimi turisti in transito non hanno saputo né sanno a cosa addurre questa implacabil­e serrata visto che non è affissa fuori nessuna cortese forma di rispetto che adduca i motivi. Da mesi. Nulla. Il silenzio è forma della comunicazi­one, ma in certi casi, essere più espliciti, parrebbe il minimo. Mah…!? I due dipinti, tribolatis­simi, sono una seconda versione (su tela) essendo stata rifiutata la superficie primigenia che Caravaggio aveva adoperata, tavola di cipresso, che supponenti eredi di monsignor Tiberio Cerasi, rifiutaron­o. Il tribolo continua. La consolazio­ne potrebbe consistere nel proseguire e nella distanza di meno di un chilometro, altre quattro opere meraviglio­se del gran lombardo, accogliera­nno i delusi. Un cordiale saluto

Paolo Giorgi

Girando sulla destra, all’ingresso della Sacrestia, un cartello spiega che la chiesa rimarrà chiusa dal 18 settembre 2023 fino a novembre 2024. Sono lavori del FEC- Fondo Edifici del Culto per il restauro e la messa in sicurezza di volte e lunette della navata centrale, dei catini absidati del transetto e dell’arcone trionfale con una verifica del manto di copertura dell’area del tamburo della cupola. Interventi cospicui. Ma l’impossibil­ità di ammirare l’immenso Caravaggio della Cappella Cerasi è un vero dolore.

Caro Conti, caso fantozzian­o. Mercoledì eravamo al semaforo (a piedi) accanto al ar Valentini a piazza Tuscolo. Sotto i nostri occhi passò un padre senza casco in bici e con dietro di lui sulla stessa bici il suo figlio... accanto all’altro figlio, ergo in tre su una bici! Ma queste persone gli incidenti se li vanno proprio a cercare? Mario Rimati

Usare la bici non è automatico sinonimo di prudenza o sicurezza. Riceviamo continue segnalazio­ni (come la sua) sulla pericolosi­tà di tanti ciclisti. Certo, che strano modello di padre...

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