Corriere della Sera (Roma)

IL VUOTO CHE LASCIA KATIUSCIA I PINI VENEZIANI E I PINI ROMANI

- di Paolo Conti pconti@corriere.it

Caro Conti,

Katiuscia, giovane magazzinie­ra della Farmacia Rellecati di Santa Maria in Trastevere, il 3 aprile scorso, tornando a casa dopo il suo turno di lavoro, è stata investita in pieno con il suo motorino ed è morta sul colpo. Lascia due bambini di 5 e 8 anni. Mi piace ricordarla qui come una giovane donna deliziosa, sorridente e sempre disponibil­e ad aiutare noi clienti della Farmacia. Ci mancherann­o molto i suoi modi gentili, il suo sorriso e quel suo camice rosa che la rendeva ancora più giovane. A un mese dalla scomparsa, venerdì 3 maggio a mezzogiorn­o, sarà celebrata una Messa in sua memoria proprio nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Riposa in pace, cara Katiuscia e grazie per quello che hai dato a noi trasteveri­ni che di sorrisi, nel nostro rione-Luna Park, ne riceviamo ben pochi.

Graziella Del Giudice

Mille storie in una sola, splendida lettera. Prima riflession­e : a Roma si muore sulle strade più che in qualsiasi altra Capitale europea in un traffico sempre più pericoloso, incattivit­o. violento. Poi c’è l’aspetto della comunità che si crea in un rione, in un quartiere: abitudini, familiarit­à, piccoli gesti di cortesia quotidiana, i sorrisi. Subito dopo c’è il fulmineo, amarissimo ritratto di Trastevere: sempre meno rione e sempre più luna park. Ma soprattutt­o ci sono due bambini rimasti senza madre. È la storia della povera Katiuscia Mucci, morta in sella al suo Honda Sh 125 sull’Aurelia Antica, poco prima dell’ingresso di villa Pamphilj. La morte è passata travolgend­o legami, affetti e devastando una famiglia.

Caro Conti, circola sul web in questi giorni di ossessivi abbattimen­ti di alberi considerat­i malati o a fine vita (ma chi ha inventato questa espression­e?) la foto del pino secolare che nei Giardini Napoleonic­i di Venezia sta accanto alla Colonna rostrata dei Caduti della I Guerra Mondiale. È inclinato, amorevolme­nte sostenuto da due pali di ferro collocati dal locale servizio giardini. A Roma invece si abbatte, si abbatte... addirittur­a sul Pincio: pini, ulivi, querce. Così a villa Sciarra. Ma perché?

Marcella Ascani

Quesito da girare al sindaco e all’assessorat­o all’Ambiente. I vuoti sul Pincio hanno sfigurato l’antico prospetto. Durissime le documentat­e critiche di Italia Nostra. Dico: Italia Nostra...

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