IL VUOTO CHE LASCIA KATIUSCIA I PINI VENEZIANI E I PINI ROMANI
Caro Conti,
Katiuscia, giovane magazziniera della Farmacia Rellecati di Santa Maria in Trastevere, il 3 aprile scorso, tornando a casa dopo il suo turno di lavoro, è stata investita in pieno con il suo motorino ed è morta sul colpo. Lascia due bambini di 5 e 8 anni. Mi piace ricordarla qui come una giovane donna deliziosa, sorridente e sempre disponibile ad aiutare noi clienti della Farmacia. Ci mancheranno molto i suoi modi gentili, il suo sorriso e quel suo camice rosa che la rendeva ancora più giovane. A un mese dalla scomparsa, venerdì 3 maggio a mezzogiorno, sarà celebrata una Messa in sua memoria proprio nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Riposa in pace, cara Katiuscia e grazie per quello che hai dato a noi trasteverini che di sorrisi, nel nostro rione-Luna Park, ne riceviamo ben pochi.
Graziella Del Giudice
Mille storie in una sola, splendida lettera. Prima riflessione : a Roma si muore sulle strade più che in qualsiasi altra Capitale europea in un traffico sempre più pericoloso, incattivito. violento. Poi c’è l’aspetto della comunità che si crea in un rione, in un quartiere: abitudini, familiarità, piccoli gesti di cortesia quotidiana, i sorrisi. Subito dopo c’è il fulmineo, amarissimo ritratto di Trastevere: sempre meno rione e sempre più luna park. Ma soprattutto ci sono due bambini rimasti senza madre. È la storia della povera Katiuscia Mucci, morta in sella al suo Honda Sh 125 sull’Aurelia Antica, poco prima dell’ingresso di villa Pamphilj. La morte è passata travolgendo legami, affetti e devastando una famiglia.
Caro Conti, circola sul web in questi giorni di ossessivi abbattimenti di alberi considerati malati o a fine vita (ma chi ha inventato questa espressione?) la foto del pino secolare che nei Giardini Napoleonici di Venezia sta accanto alla Colonna rostrata dei Caduti della I Guerra Mondiale. È inclinato, amorevolmente sostenuto da due pali di ferro collocati dal locale servizio giardini. A Roma invece si abbatte, si abbatte... addirittura sul Pincio: pini, ulivi, querce. Così a villa Sciarra. Ma perché?
Marcella Ascani
Quesito da girare al sindaco e all’assessorato all’Ambiente. I vuoti sul Pincio hanno sfigurato l’antico prospetto. Durissime le documentate critiche di Italia Nostra. Dico: Italia Nostra...