Presley diventa un museoviaggiante
Per “santificare” la memoria di Elvis Presley, i suoi milioni di fan non dovranno più necessariamente scendere fino alla “Graceland” di Memphis, nel Tennessee: la sua villa-mausoleo che riceve 600mila visitatori l’anno. La residenza privata più visitata d’America dopo la Casa Bianca. La fondazione che gestisce il museo di Presley ha allestito una mostra itinerante usando molti dei “memorabilia” rimasti per decenni sigillati nella casa del cantante diventato un mito prima ancora della sua prematura scomparsa, nel 1977. L’esposizione, attualmente e fino al prossimo agosto, può essere visitata alla Q2 Arena di Londra. Poi si trasferirà a Las Vegas dove, all’interno dell’hotel-casinò Westgate, verrà creato un museo interattivo con tanto di performance canore “live”. Niente imitatori di Elvis, assicurano gli organizzatori, ma il tema sarà, comunque, quello della multiforme produzione musicale — pop, blues, rock, perfino gospel — di questa icona culturale del Ventesimo secolo, il cantante che ha venduto di più nella storia (600 milioni di dischi). Il decentramento museale non dovrebbe, comunque, far calare le visite a Graceland: la villa è pur sempre il luogo dove Presley è vissuto, è morto ed è sepolto. Da 2006 è monumento nazionale. E nulla di quello che è esposto è stato portato via per alimentare le nuove mostre: Presley si è lasciata dietro un’enorme quantità di cose eccentriche, auto, pezzi d’arredamento, oggetti personali. Per allestire la “exhibition” di Londra è bastato girare per i magazzini pieni di materiale non ancora esposto. Spariranno solo i suoi due jet personali, venduti in un’asta.