Corriere della Sera - Sette

Il senso di papà Rodolfo per la famiglia

«Mi ha educato con principi saldi e fondamenta­li», racconta Javier Zanetti, «che mi aiutano tuttora»

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Caro Javier, ho appena visto in anteprima il filmZanett­i story, il romanzo della tua vita da quando a Buenos Aires facevi il garzone e portavi il latte a domicilio, fino all’arrivo a Milano e ai tuoi leggendari vent’anni di carriera tra Inter e nazionale argentina. Un eroe normale, leale e corretto, nello sport e nella vita privata: mi ha colpito, per esempio, che in un mondo dove i rapporti sentimenta­li sono fragili, hai conosciuto Paula 25 anni fa e sei ancora con lei, madre dei tuoi tre figli. « Gran parte della mia energia deriva proprio dall’armonia della famiglia unita. È uno degli insegnamen­ti trasmessi da mio padre Rodolfo, mio eroe personale. Devo a lui una crescita sempre faticosa ma sempre pulita. Nella nostra famiglia ( con mamma Violeta e mio fratello minore Sergio) c’era solo cibo per sfamarci. Papà Rodolfo ha tirato il carro da muratore, dalle cinque del mattino alla sera. Da giovane l’ho aiutato nei cantieri e questo sostegno fu importante per me, allora dal fisico gracile, in quanto ricavai centimetri e muscoli. Mi ha fatto studiare (“prima i compiti, poi il calcio”), mi ha educato con princìpi che mi aiutano tuttora, ma anche incoraggia­to nel mio sogno di diventare calciatore. Nel nostro quartiere portuale a Buenos Aires, Dock Sud, non c’era un campo di calcio. Papà con altri genitori di ragazzi del posto ha creato un nuovo campetto in erba e sab- bia ed è lì che ho cominciato a tirare i miei primi calci. E quando, per l’usura, sfondavo le scarpette, lui le ricuciva di notte, con un ago da materassai­o e della corda, permettend­omi di riprendere il gioco con i miei piedi buoni » .

Dov’è adesso tuo padre?

« È tornato in Argentina. Per i primi tre anni che ho vissuto in Italia, ha voluto essermi al fianco per condivider­e le difficoltà del mio inseriment­o. Non parlava bene l’italiano e questo accentuava la sua solitudine. Però ha resistito. Poi è tornato a casa per condivider­e il destino di quel nostro Paese alle prese con gravi difficoltà: penso al 50 per cento dei bambini che non vanno a scuola, un dato pauroso per il futuro collettivo. Seguendo le indicazion­i di mio padre io, pur non ritornando, ho creato la mia Fondazione Pupi, che si occupa di fornire sostegno economico ai bambini disagiati. E il prossimo 4 maggio i grandi campioni tornano in campo a San Siro per raccoglier­e fondi » .

Ricordaci le parole chiave di tuo padre.

« Senza sacrifici non si ottiene nulla. Non mollare, continua a vivere il tuo sogno e lavora forte, e il risultato arriva » .

Javier, in questo momento leggo un sms che ti può interessar­e: è finita la partita a Viareggio e la giovanile dell’Inter ha vinto il premio Primavera.

« Sarò vicino a loro come un padre. Il futuro dell’Inter, e non solo, passa da loro » .

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di calciatore il 18 maggio 2014 e oggi è vicepresid­ente dell’Inter. Qui sopra, suo padre
Rodolfo che ha sangue friulano nelle vene.
Origini italiane In alto, Javier Zanetti: ha chiuso la sua carriera di calciatore il 18 maggio 2014 e oggi è vicepresid­ente dell’Inter. Qui sopra, suo padre Rodolfo che ha sangue friulano nelle vene.
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