Giochi colorati d’identità.
Vanno in passerella debutti, riflessioni e anniversari. I due sessi si confrontano e si scrutano nel guardaroba
e definisce “visioni forti”. Sono quelle che Alessandro Michele ha portato in passerella in occasione del suo “secondo” debutto da Gucci. Il primo a gennaio con la collezione uomo firmata al volo dopo il congedo di Frida Giannini, con la successiva nomina a direttore creativo della griffe. Ora la “sua donna”. « Volevo fare il costumista lirico » , svela. La moda poi l’ha affabulato. Come era accaduto a gennaio i due sessi sono presenti in passerella. Un gioco di rimandi e confronti. Appunto per dare visioni forti. Colorate. Così si è aperto il fittissimo calendario di Milano Moda Donna, sfilate inverno 2015, appena conclusosi ( Sette dedicherà un ampio servizio alla fashion week sul numero del 13 marzo). Se debutta Michele, riflette donna Miuccia. Coloratissimo, un tailleur di foggia maschile afferma essere il referente della sua collezione. Anch’essa coloratissima. Senza esitazioni vira dal
Lnero più totale della sfilata uomo di gennaio — in passerella c’era una teoria alternata di modelle e modelli — al trionfo di colori glassati. Incrostazioni, applicazioni, gioielli, accessori. Riconoscibilità. Sembra essere questa la parola d’ordine che serpeggiava. Si può essere riconoscibili citando anche altri. Accade a Prada. La Signora gradisce. Resta il fatto che l’essere individuati, e qui la logomania di atavica memoria non ha nulla a che vedere, vince. Imperano strutture forti. Nei capispalla come negli accessori. Tra l’architettonico e l’armatura. Quella guerresca, ma edulcorata dal colore. Non per tutti ovvio. Per tanti si. Dalle opere d’arte di Sophie Taeuber- Arp pesca Fendi by Karl Lagerfeld. E anche lì, come da Prada, tessuti corposi, strutture strutturate. Se si sposta lo sguardo verso il basso, ulteriore conferma. Non v’è calzatura ( o quasi) che non s’appoggi a suole carro armato. Su queste vivono tomaie dai colori, guarda un po’, accesi. Gli stivali, tanti hanno fogge diverse. Come i tacchi. A volte ricordano il Lego. Se la moda colloquia fitta fitta con la strada, il rimando della metropolitanità è questo. Nel frattempo si preparano i
festeggiamenti per il mezzo secolo di matrimonio tra kaiser Karl e Fendi. Quell’imperiale soprannome conferma come la moda detti legge. E non solo in fatto di abiti. Miuccia Prada, in dirittura d’arrivo con l’inaugurazione della sua nuova Fondazione d’arte a Milano, pone l’accento sul fatto che la moda « cambia in fretta, tende a rinnovarsi molto più velocemente di altre forme creative » . Fittissimo è stato il calendario. La città è apparsa in fermento. Nei primi giorni molti imprenditori già parlavano di una buona riposta del mercato. Tutti hanno citato l’imminente Expo. L’inaugurazione incombe. Vissuta come una grande opportunità. Queste sfilate ne sono, come è stato detto, sorta di aperitivo o prova generale?