E King Kong urlò: è il cinema, bellezza
2 marzo del 1933: esce nelle sale un film che rappresenta un’esaltazione dei trucchi tecnici, rivoluzionari per l’epoca
PROVERBIO
Il finto proverbio arabo che apre il film di KingKong, uscito nelle sale il 2 marzo del 1933: «E il profeta disse: “La bestia guardò in faccia la bella. E trattenne le mani dall’uccidere”. E da quel giorno era come morto».
REGISTI
Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, registi di KingKong (1933), si incontrarono in Polonia durante la Prima guerra mondiale (combattevano con i polacchi contro gli invasori russi). Nel 1922 fecero il giro del mondo come inviati del New YorkTimes.
DRAGO
ANIMAZIONI
PUPAZZO
L’ispirazione venne a Merian C. Cooper parlando con un Douglas Burden, esploratore scientifico, da poco rientrato da una piccola isola dell’Estremo Oriente con il più grande rettile vivente mai trovato, il drago di Komodo. Cooper rimpiazzò il rettile con il gorilla e realizzò una bobina di prova. Quando gli azionisti della RKO assistettero alla scena del rovesciamento dell’albero da parte di King Kong, autorizzarono subito il regista a girare il film. A fare le animazioni del primo KingKong fu Willis H. O’Brien. Bevitore, ex cowboy, autore di fumetti, usò 60 mila metri di pellicola per far sembrare vivo un pupazzo alto appena 70 centimetri. Il suo compenso: 750 mila dollari. Per realizzare King Kong, O’Brien creò un pupazzo articolato alto circa 45 centimetri, con uno scheletro di acciaio ricoperto di lattice e pelliccia di coniglio e lo filmò su dei plastici rappresentanti la giungla e la città di New York. Per le riprese in primo piano furono usati numerosi accessori a grandezza naturale: una mano articolata lunga 2,50 metri, un piede e una testa del mostro in grandezza naturale ricoperta da 40 pelli d’orso e manovrata da quattro/sei uomini all’interno.
CARY GRANT
«Quando Merian C. Cooper mi disse che come protagonista maschile del film avrei avuto l’attore più alto e più scuro che ci fosse mai stato ad Hollywood, pensai che si riferisse a Cary Grant... Ma poi cominciò a illustrarmi l’idea di King Kong... » (l’attrice Fray Way, la bella Anna del film).
RUGGITO
Il ruggito di King Kong fu ottenuto registrando quello di un leone, abbassato poi di un’ottava.
FEMMINA
La rivista francese Midi-MinuitFantastique ipotizzò che King Kong fosse una femmina e che lo slancio verso la bionda rappresentasse una ricerca di sé.
DITO
Pierluigi Ronchetti, che nel 1977 arrivò a Telemilano di Silvio Berlusconi come direttore dei programmi, si occupava soprattutto di cinema. Uno dei primi film che trasmise: «Il KingKong del 1933, in versione non censurata. Recuperai, attraverso un amico, la copia non tagliata, dove lo scimmione, dopo aver preso la ragazza nella zampa, si annusa il dito».
CENSURA
Tra le scene censurate quella in cui King Kong, fuggito dal teatro, divora un passante, si arrampica sul grattacielo, preleva una bionda credendola Anna e, resosi conto dell’errore, la lascia cadere nel vuoto.
MIOPI
« [...] Oggi, dopo aver visto KingKong, si potrebbero inaugurare due altre categorie: film per miopi, film per non miopi; e King Kong è fatto per un pubblico affetto da almeno una mezza dozzina di diottrie [...]. Tutto ciò per lo spettatore assai miope, apparirà in una visione apocalittica, densa di brividi, d’imprevisti [...]. Non tutti sono miopi, però; e ieri sera, nei momenti più volonterosamente spaventosi risuonavano non poche risate, con un nutrito codazzo di fischi finali. Siamo in parecchi a non portare occhiali [...]. Prescindendo dalla cartapesta degli sfondi, questi mostri antidiluviani, dinosauri e C., sono tutti timidi ed epilettici: si muovono lentamente e a scatti, come vogliono i meccanismi ad orologeria che li governano. Si salva King Kong, che il terribile urango non è che un uomo camuffato, e le sue proporzioni sono ottenute con delle sovrapposizioni, degli schermi multipli: ma sono, questi sistemi, veramente l’ultima parola della tecnica, del trucco cinematografico? » (il noto critico Mario Gromo, il 3 dicembre 1933). Le altre notizie della giornata su www.cinquantamila.it
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