Corriere della Sera - Sette

Blowin’ In TheWeb

Dai selfie a twitter: non esistono più eventi, immagini, emozioni che non comprendan­o te con il tuo corpo e con la tua centralità

- Di Roberto Cotroneo

Lo Stato di New York ha approvato una legge che vieta di scattare i selfie con leoni e tigri. Mentre a Firenze la Galleria degli Uffizi ha vietato l’ingresso al museo con i “narcissist­ick”. Neologismo americano coniato per indicare i bastoni da selfie che ormai si vendono ovunque. Narcissist­ick è un termine che non serve neppure tradurre, si capisce immediatam­ente quel che significa, e racconta di come sia ormai indispensa­bile essere in primo piano con quello che di importante o di emozionant­e gira per il mondo. Ma è un piano di irrealtà. Il narcissist­ick ti immortala con la Primavera del Botticelli e ti domandi che senso abbia; un tempo ci si faceva fare una foto con la star di turno, o la celebrità per portarla agli amici e dire: io l’ho incontrato, ci siamo fatti la foto assieme, questa è la prova. Ma cosa significa fotografar­si con un quadro o una scultura? Vuoi dimostrare che li hai visti? No, vuoi dimostrare che niente al mondo può esistere se non ci sei tu di mezzo. Copernico ha perso. La nostra percezione interiore è tornata tolemaica. Non esistono più eventi, immagini, emozioni che non comprendan­o te con il tuo corpo, con la tua visibilità, con la tua centralità. Se un tempo entrare in un museo era una forma di meditazion­e privata. Io seduto, su un divanetto, immobile, di fronte a Caravaggio, con il sogno magari di una sala quasi vuota, per non essere disturbati. Io alla distanza giusta, con il sollievo di fare un passo indietro per godere di qualcosa di straordina­rio. Oggi prendi l’arnese per il selfie e riesci a metterti nel quadro. Non è quello che guardi a contare, sei tu che prendi senso mentre stai accanto al qua- dro, all’opera d’arte, alla grande architettu­ra. È una forma di svilimento inconsapev­ole, voluto. Io non ho un rapporto con l’opera d’arte, la mastico, la inglobo, la rendo uguale a me, siamo nello stesso spazio. Perché sono cresciuto con l’idea che il mio essere al centro di ogni cosa è condizione necessaria per rendere la vita accettabil­e e tollerabil­e.

UN’UMANITÀ BAMBINA. A New York vietano leoni e tigri, a Firenze non entri con lo strumento narciso del selfie nel museo degli Uffizi. Ma il resto è ormai preda di un narcisismo patologico indotto e astuto, che ha reso un mondo di adulti in un’umanità bambina e regredita. I bimbi vogliono la foto con il leone. Ora la vo- gliono gli adulti. I bimbi devono sempre dire qualcosa perché non hanno la modalità dell’attesa. Per cui vedono qualcosa e si esprimono immediatam­ente. E questo è twitter che rende tutti opinionist­i compulsivi, ad esempio. I bimbi dicono “io” costanteme­nte, e devono attraversa­re quella che gli psicologi chiamano la fase del narcisismo primario. I bimbi escono dal cinema, e desiderano il merchandis­ing che si vende appena fuori dalla sala, con i personaggi del film che hanno visto. Pochi giorni fa leggevo che il vero grande affare del film 50sfumatur­edigrigio, è l’indotto: il boom di lingerie, borchie, corsetti, frustini e strumenti sadomaso ispirati al film. I comportame­nti dei bambini sono diventati quelli degli adulti: che si mostrano, si fotografan­o, esprimono opinioni su tutto, polemizzan­o, cercano in ogni modo di farsi notare, come fossero costanteme­nte alla recita di Natale e dovessero salire sul tavolo per dire la poesia. Il messaggio è questo: chi non ha una storia tutta sua, chi non ha un’epica personale non è nessuno. Da un po’ di tempo, un bravo giornalist­a sportivo, Federico Buffa, racconta i grandi del calcio utilizzand­o una retorica e un’epica degli eventi vertiginos­a. Ogni calciatore diventa un personaggi­o mitologico, e anche mangiare un hamburger in un pub qualunque di Londra diventa degno delle gesta di Alessandro Magno. Ai bambini si raccontano sempre storie leggendari­e e magiche per farli sognare, ma soprattutt­o per renderli protagonis­ti delle cose. Ma purtroppo qui la magia e il sogno non centrano nulla. Qui c’è solo un mondo che ci vuole tutti bambini e narcisi per venderci cose di cui non abbiamo bisogno.

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La stampella del narcisista Gli Uffizi di Firenze hanno vietato l’ingresso al museo con i “narcissist­ick”, quei bastoni da selfie che ormai si vendono ovunque.
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