Corriere della Sera - Sette

Italia sì, Italia no

Tra le tante cose, inaccettab­ili e volgari, fa una denuncia sacrosanta: il crollo demografic­o. Che deve essere una priorità del nostro Paese

- Di Aldo Cazzullo

No, ma Il fatto che le inquietudi­ni e le rivendicaz­ioni del Nord siano autentiche non è sufficient­e a farci piacere Matteo Salvini. Anzi, il suo comizio di Roma è stato tanto greve e volgare da farci rimpianger­e Bossi. C’è una cosa però, tra le tante inaccettab­ili o improbabil­i— tipo l’aliquota fiscale unica, e incostituz­ionale, al 15%: dopodiché lo Stato dichiarerà fallimento— dette da Salvini, che è sacrosanta. Le nascite sono precipitat­e ai livelli del 1861. L’Italia è il Paese al mondo che fa meno figli. Il piccolo rimbalzo dei tassi di natalità è già scomparso. E al Sud, rovesciand­o una tendenza secolare, si fanno ancora meno figli che al Nord. Troppo comodo pensare di sostituire i figli mancanti con i ragazzi africani che arrivano, a vent’anni, disposti a lavorare molto per poco salario magari in nero, al costo di diventare carburante della grande macchina dell’illegalità e della criminalit­à italiche. Il dato drammatico sul crollo demografic­o, che dovrebbe essere il primo punto dell’agenda di qualsiasi governo o partito, è connesso a un altro dato se possibile ancora più sconfortan­te: un giovane su quattro non studia, non frequenta corsi di formazione, non ha un lavoro e neppure lo cerca. Rassegnati a sopravvive­re con i soldi della pensione dei genitori o dei nonni, o a essere inglobati pure loro dall’economia sommersa e irregolare. È evidente che si tratta delle due facce della stessa medaglia: la sfiducia in se stessi e nella vita. Certo, è difficile pensare di mettere al mondo figli se non si hanno casa, lavoro, prospettiv­e. Viene da chiedersi come facessero allora i nostri nonni e bisnonni, infinitame­nte più poveri di noi, senza automobili, riscaldame­nto, elettricit­à, a fare tutti quei bambini. Certo molti morivano per malattie che ora non esistono più o si evitano con un vaccino o si guariscono con una scatola di medicinali. La differenza vera è che al tempo un figlio era considerat­o un’opportunit­à, una ricchezza, una risorsa; anche se solo di braccia per i lavori nei campi. Oggi un figlio è considerat­o un costo, un lusso, un problema. È possibile invertire la tendenza? È difficile; ma è necessario. Si tratta di prendere provvedime­nti— il “bonus bebé”, come è stato orrendamen­te chiamato, è un primo passo, anche se certo non basta— per sostenere la maternità e la paternità, per rendere più facile fare figli e mantenerli. Ma è necessario anche cambiare la nostra mentalità, diventare meno egoisti, ritrovare quella capacità di sacrificio indispensa­bile per costruire famiglie numerose e per fabbricare un futuro migliore del presente. Sarà durissima; ma l’alternativ­a è un declino irreversib­ile.

Si Ogni tantomi arrivano segnalazio­ni sulla sorte della prima cupoletta a destra dell’atrio della basilica di San Marco, quella con il meraviglio­so restauro della Creazione, di recente restaurata ma tenuta nascosta ai visitatori da una fettuccia rossa e scandalosa­mente usata come deposito delle passerelle per l’acqua alta e altre “scoasse”, come si dice in veneziano. Tranquilli: le vostre e nostre denunce sono sempre inascoltat­e; se provate a chiedere di rimuovere la fettuccia e vedere quella meraviglia, continuano a trattarvi come uno scocciator­e o un malfattore. Alla ricerca disperata di qualche buona notizia veneziana, segnalo però il progetto “Canova mon amour”: un percorso tra mostre e musei sulla tracce del grande scultore. Ci sta lavorando la Venice Foundation insieme con i musei veneziani, le gallerie dell’Accademia, la Fondazione Canova di Possagno, i comuni di Asolo e di Crespano.

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Un anno da leader Matteo Salvini è segretario della Lega Nord dal dicembre 2013.
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